2010-02-20 15:27:11

Festival di Berlino: la giuria si confronta sulle ultime pellicole in gara


In attesa dei verdetti delle varie giurie che sanciranno i vincitori di questa 60.ma edizione, il Festival di Berlino ha presentato gli ultimi film in competizione. Se deludono fortemente la rievocazione di uno dei più controversi film nazisti, "Suss l'erbeo", compiuta dal tedesco Oscar Roehler e "The killer inside me" di Michael Winterbottom, thriller violentissimo e malsano, risultano interessanti "En familie" di Pernille Fischer Christensen, storia dei dubbi di una ragazza chiamata a scegliere fra le aspirazioni professionali e i doveri familiari, "Mammuth" di Benoit Delépine e Gustave de Kevern, commedia dell’assurdo dominata dall’interpretazione di Gérard Depardieu, e "Otouto" di Yoji Yamada, melodramma in cui il privato e il pubblico del Giappone si intersecano con risultati commoventi. Al di là di questi titoli, gli ultimi giorni del Festival hanno tuttavia rivelato tre film sorprendenti, "How I ended this summer" del russo Alexei Popogrebsky, "Rompecabezas" dell’argentina Natalia Smirnoff e "Na putu" della bosniaca Jasmila Zbanic. Ambientato in una base scientifica oltre i confini del Circolo Polare Artico, il film russo mette in scena un dramma al contempo psicologico e generazionale, con due personaggi che si confrontano sui modi e i tempi della vita. Centrato su scarni dialoghi, su recitazioni fisiche e su una presenza visiva e sonora ambientale molto forte, "How I ended this summer", nonostante la sua lunghezza, tiene incollati allo schermo, attratti dal sorgere delle emozioni sullo sfondo di un paesaggio di desolata bellezza. Nel film russo, la macchina da presa inscrive i corpi degli attori nello spazio che li circonda. Compie invece un’operazione inversa "Rompecabezas" che bracca gli attori riempiendo dei loro corpi l’intera inquadratura. La vicinanza intende esplorare nei dettagli dei gesti e degli sguardi la trasformazione di un brutto anatroccolo in cigno, ovvero l’emancipazione di una casalinga attraverso la passione per i puzzle. Fatto di straordinari momenti in cui la macchina da presa sembra essere capace di cogliere il respiro dei corpi, "Rompecabezas" rivela la mano sicura di una cineasta che farà parlare di sé. È invece già un’artista affermata Jasmila Sbanic, che racconta con accenti commossi e sinceri la confusione dei corpi e delle menti di una generazione traumatizzata dalla guerra. I due protagonisti di "Na putu", una coppia in preda alla febbre di vivere che si strazia nell’attesa di un figlio che non viene, sono alla ricerca di una strada (il cammino cui allude il titolo) che li guidi al loro posto nel mondo. Lui sceglie la disciplina dell’Islam di più stretta osservanza, lei la laicità di un consumismo edonista. Il dolore li separa e lo sguardo senza risposte su cui si chiude il film ci lascia ai dubbi di una domanda che travalica i confini della Bosnia e risuona a lungo nella nostra coscienza di spettatori. (Da Berlino, Luciano Barisone) RealAudioMP3







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