2010-02-20 14:57:20

Costa d'Avorio: scontri dopo l'annullamento delle elezioni a marzo


Disordini e vittime in Costa d’Avorio, dove ieri la polizia ha sparato su centinaia di manifestanti dell’opposizione al presidente, Laurent Gbagbo. Le proteste sono scoppiate nel Paese, primo produttore di cacao al mondo, dopo la decisione del capo di Stato di sciogliere il governo e la commissione elettorale. Il cambio di rotta, che ha annullato le attese elezioni di marzo, è avvenuto in seguito a una disputa sulla registrazione dei votanti. Sulla situazione nel Paese africano Stefano Leszczynski ha intervistato Alessandro Rabbiosi, responsabile dell’Ong Terre des Hommes in Costa d’Avorio:RealAudioMP3

R. – L’impressione che abbiamo noi qui sul terreno è comunque di una situazione abbastanza tesa, anche se visibilmente, perlomeno qui a sud, la situazione è tranquilla. Sono rientrato stamattina dal nord, dalla regione dello Zanzan, dove ci sono state delle manifestazioni anche abbastanza calde. Pare, invece, che al centro del Paese, la protesta sia degenerata in scontri, che hanno causato delle vittime. Questo è quello che sappiamo noi ufficialmente. Nei giorni a venire arriveranno notizie più precise.
 
D. – I manifestanti, ovviamente, sono sostenitori dell’opposizione. Cosa rivendicano in piazza?
 
R. – Per mia esperienza diretta, in altri casi di disordini volevano creare quella che si chiama “la città morta”, e quindi nei vari nuclei urbani evitare che le persone si recassero alle loro abituali occupazioni, creando quindi una sorta di città fantasma. Questo rientra in una strategia di boicottaggio di quello che è il potere in corso. Le manifestazioni delle ultime ore hanno come motivazione fondamentale lo scioglimento della commissione elettorale del governo, avvenuto la settimana scorsa.
 
D. – C’era stata la speranza che si riuscisse a trovare un accordo per una nuova formazione del governo. Quali sono stati gli ostacoli che lo hanno impedito?
 
R. – Purtroppo, non abbiamo informazioni precise, si va avanti sempre per “sentito dire” e secondo valutazioni individuali. A mio parere, il problema di fondo è sempre quello relativo alla composizione della commissione elettorale. Io penso che i partiti dell’opposizione, per il momento, non intendano entrare al governo se non ci sono garanzie sulla nuova commissione elettorale e, viceversa, penso che la presidenza punti invece ad andare avanti per la sua strada, ritenendo che ci sono state delle frodi.
 
D. – Il fatto che parte dell’opposizione facesse riferimento anche al movimento, ex movimento della guerriglia, questo rischia di provocare un’ulteriore escalation?
 
R. – Il leader della ribellione è il primo ministro che sta cercando di comporre il nuovo governo. Quindi, penso che, se continua e trova una soluzione, dal punto di vista delle Force Nouvelle non ci dovrebbero essere problemi. L’ostacolo maggiore è se sarà un governo di coalizione nazionale per arrivare alle elezioni o se sarà un governo solo di una parte o di due o un governo tecnico. Allora, le elezioni saranno considerate legittime o meno? Saranno riconosciute? Questi sono gli interrogativi che si pongono adesso ed io spero che le parti politiche arrivino ad una soluzione. Eravamo arrivati molto avanti nel processo di pace, si rischia di tornare indietro di parecchio.







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