47 Paesi del Consiglio d'Europa contro la Corte per i diritti umani sulla questione
del Crocifisso
La sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo contro il Crocifisso nelle
scuole italiane arriva sul tavolo della Conferenza del Consiglio d’Europa che, chiamato
ad esprimersi sulla riforma dell’organismo giudiziario, ha approvato un passaggio
che sancisce la competenza nazionale sulle questioni inerenti le tradizioni dei Paesi
membri. La questione è stata affrontata nel punto 9-b della dichiarazione finale della
Conferenza, adottata ieri dai 47 membri del Consiglio d'Europa riuniti nella località
svizzera di Interlaken. In estrema sintesi, nel documento si afferma che la Corte
non avrebbe competenza a intervenire oltre i confini sanciti dalla Convenzione europea
dei diritti dell'uomo e cioè su questioni che riguardano la salvaguardia delle tradizioni
e culture nazionali come, appunto, la vicenda del Crocifisso. Il punto fondamentale
che allude al Crocifisso è stato fortemente voluto dai governi italiano, maltese e
lettone. “Le questioni che toccano da vicino i sentimenti e le tradizioni nazionali
- ha rimarcato alla Conferenza il sottosegretario agli Esteri italiano, Alfredo Mantica
- devono essere regolamentate a livello nazionale”. Il ricorso presentato dall’Italia
contro la sentenza con la quale la Corte ha chiesto di bandire il Crocifisso dalle
aule, è ora all'esame di un 'panel' di cinque giudici che deciderà entro marzo. Se
valutato che il tema presenta caratteristiche rilevanti per la Convenzione sui diritti
dell'uomo, il caso passerà all'esame della 'Grande camera', l'istanza superiore, per
la decisione finale. (A cura di Marco Guerra)