L'Aiea: Iran vicino all'arma atomica. Teheran smentisce
Il timore che l’Iran stia lavorando alla costruzione di armi atomiche è sempre più
concreto, dopo le serie preoccupazioni espresse dall’Agenzia Internazionale per l’energia
atomica (Aiea), nel suo ultimo Rapporto. Immediata e stizzita la reazione di Teheran,
che definisce senza fondamento le conclusioni dell’Aiea. Alle Nazioni Unite, tuttavia,
prende sempre più corpo l’ipotesi di un nuovo round di sanzioni contro l’Iran. Il
commento di Vittorio Parsi, docente di Relazioni internazionali presso l’Università
Cattolica di Milano, intervistato da Stefano Leszczynski:
R. – Finora,
l’Aiea ha un po’ tergiversato: è arrivata a dire che non si poteva escludere il passato
e adesso inizia ad assumere un parere contrario. A questo punto, anche la posizione
cinese diventa fragile. D. – Lei non pensa, quindi, che la Cina
potrebbe utilizzare l’arma del veto sull’Iran nella regolamentazione delle controversie
con gli Stati Uniti, non ultima quella del Dalai Lama... R.
– Che possano usarlo come pretesto è possibile. Però, attenzione: la Cina - a parte
questioni che riguardassero direttamente Taiwan, piuttosto che il Tibet - non si è
mai messa in una posizione di isolamento all'interno del Consiglio di sicurezza. Si
consideri infine che, al di là del danno economico per la Cina se si inasprissero
le sanzioni a Teheran, Pechino non è che sia favorevole al fatto che Teheran abbia
la bomba. D. – Del resto, anche la Russia ha ormai abbandonato
ogni omprensione nei confronti dell’Iran. Insomma, questo clima di isolamento potrebbe
già di per sé dare degli effetti, senza dover ricorrere a delle sanzioni? R.
– Questo non credo, perché comunque il governo iraniano ha subito una mutazione a
partire da quest’estate: è più totalitario che autoritario, ormai. Tutto sommato,
sta utilizzando l’isolamento per evocare lo spettro del nemico esterno e quindi avere
frecce al suo arco della propaganda. D. – Professore, questo
scenario che lei ha evocato riserva un’ultima incognita: quella di Israele... R.
– In Israele, hanno in mente anche un colpo preventivo, che credo non sia da escludere.
Gli israeliani stanno vedendo qual sia il male minore. Da un lato, c’è l’Iran come
potenza nucleare: questo ridurrebbe il valore deterrente della forza nucleare israeliana
e a questo Israele assegna molto peso per la sua sicurezza. Dall’altro lato, ci sarebbe
un attacco che sarebbe, inevitabilmente, un attacco rischiosissimo per tutta la regione
e che non potrebbe essere risolutivo perché non provocherà la caduta delle autorità
iraniane.
Intanto la Corea del Nord torna a difendere l’uso del nucleare.
In una dichiarazione resa nota dall’agenzia ufficiale Kcna, Pyongyang sottolinea che
non rinuncerà mai alle sue armi atomiche in cambio di aiuti economici, precisando
inoltre che gli Stati Uniti dovrebbero “abbandonare l’approccio ostile” nei loro confronti.