Benedetto XVI presiede il Concistoro per la Canonizzazione di sei Beati: saranno proclamati
Santi il 17 ottobre
Quattro futuri Santi e Sante coetanei di tre continenti – tutti nati a metà del 19.mo
secolo – e due altri vissuti tra il 1400 e il 1500. Si concentrano in questi due archi
di tempo le vicende dei sei Beati oggetto del Concistoro ordinario pubblico presieduto
questa mattina in Vaticano da Benedetto XVI, che ha fissato al prossimo 17 ottobre
la data della loro Canonizzazione. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Ripercorrere
le tappe della vita di una Santa o di un Santo è come presentare un’epoca storica
dal suo lato migliore, quello di persone che hanno servito la Chiesa servendo e beneficando
la società del loro tempo. E’ quello che è accaduto questa mattina, in Vaticano, quando
Benedetto XVI ha aperto e presieduto, attraverso le cadenze solenni dell’Ora Sesta,
la celebrazione del Concistoro per il voto su sei Cause di canonizzazione.
(canto
– parole del Papa in latino)
Maria Elena MacKillop
(1842-1909), che il 17 ottobre 2010 diverrà la prima Santa australiana, nasce a metà
del 19.mo secolo a Melbourne. L’Australia dell’epoca è un insieme di colonie segnate
da una vita ancora povera e primitiva. Povera è anche la famiglia della ragazza, che
pur attratta dalla vita religiosa deve accantonare questo desiderio per contribuire
al sostentamento dei suoi. A 18 anni, è una maestrina in una piccola città del sud.
Col parroco, padre Woods, crea le prime due scuole cattoliche per l’istruzione gratuita,
lottando contro la piaga dell’analfabetismo. Trova presto un gruppo di giovani pronte
a farsi maestre senza paga, e con esse dà inizio al primo nucleo delle Suore di San
Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù, dette brevemente Giuseppine. Da Madre Mary, come
presto viene chiamata la prossima Santa, tutte imparano a istruire i bambini, ma anche
ad aiutare le loro famiglie e a essere “famiglia” per i detenuti dei quali nessuno
si occupa. E’ Madre Mary che sa entrare da sola nella cella di un condannato a morte
e a placarne gli istinti di paura e di odio, parlandogli e soprattutto ascoltandolo
come forse nessuno ha mai fatto. Ai meriti si sommano le calunnie. La accusano di
essere una sovversiva, perché in sostanza rifiuta di elargire denaro alle autorità.
Purtroppo, la marea montante delle dicerie diventa più forte del bene compiuto e nel
1871 il vescovo di Adelaide la scomunica, cacciando le Giuseppine dalla città, salvo
poi ritirare il provvedimento con tanto di scuse. Nel frattempo, Madre Mary ha ricevuto
incoraggiamenti direttamente da Pio IX e ciò porterà al riconoscimento canonico del
suo Istituto, di cui sarà Madre generale fino alla morte.
Di
tre anni più giovane di suor MacKillop è il Beato Andrea Bessette (1845-1937), canadese
di Montreal. Orfano a 12 anni e poi emigrato negli Stati Uniti, impara ad onorare
in modo particolare San Giuseppe. Tornato nella sua città, entra come fratel Andrea
nella Congregazione della Santa Croce e gli viene assegnata la mansione di portinaio
del collegio di Notre-Dame, che svolgerà per 40 anni. Ma è anche infermiere, barbiere,
ortolano, e soprattutto un uomo di Dio. La sua devozione a San Giuseppe gli ottiene
per intercessione del Santo straordinarie guarigioni e la sua cella diventa meta di
un costante afflusso di gente di ogni condizione. Bollato come malaticcio da novizio,
fr. Andrea muore 91.enne nel 1937 e per il Canada è giorno di lutto nazionale.
Coetanea
di Andrea Bassette è la spagnola Giovanna Giuseppa Cipitria y Barriola (1845-1912).
Semianalfabeta, ben presto manifesta due particolari devozioni: all’Eucaristia e alla
Vergine. Il frutto di questa spiccata interiorità si coglie nella predilezione per
i poveri, con i quali divide cibo, vestiti e buona parte dello stipendio. In questa
dinamica di vita l’idea della consacrazione religiosa matura rapidamente e più tardi,
nel 1869, un’intuizione le schiude il cuore al progetto oggi diffuso in gran parte
del mondo: la fondazione delle Suore Figlie di Gesù. Cambia il nome in Candida Maria
e l’Istituto nasce a Salamanca nel 1871. Le sue consorelle si dedicano con lei all’educazione
e all’istruzione delle bambine e delle giovani e Candida Maria, nonostante i suoi
limiti intellettuali, è l’anima dell’opera che sostiene con un’assoluta fiducia, sempre
esaudita, nella Provvidenza divina.
Sempre a metà
del 1800 nasce a Casoria, vicino Napoli, Giulia Salzano (1846-1929). Cresciuta in
un orfanotrofio, diventa maestra elementare, ma alle sue capacità pedagogiche abbina
un’intensa preparazione spirituale. Mentre insegna, organizza laboratori di cucito
per l’arredamento delle Chiese povere e tale è la sua dedizione da suscitare apprezzamenti
sia a livello ecclesiale che civile. La sua consacrazione religiosa avviene nel 1905
e poco prima aveva preso piede la fondazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore
di Gesù. La futura Santa è una catechista ispirata e amorevole verso ogni categoria
di persone, con una spiccata predilezione per il culto del Sacro Cuore di Gesù.
Si
colloca invece Camilla Battista Varano (1458-1524) è figlia di un principe Giulio
Cesare Da Varano, signore di Camerino. Cresce a palazzo, tra i divertimenti che il
rango gli assicurava. Eppure, già in quel clima di frivolezza si accende la scintilla
della sua profondità spirituale. Tra gli 8 e i 10 anni, racconta lei stessa in una
autobiografia, aveva fatto un voto, dopo aver ascoltato una predica del francescano
Domenico da Leonessa, di versare una lacrima ogni venerdì in ricordo della Passione
di Gesù. La promessa non sempre le riesce proprio per le atmosfere gaudenti che la
circondano e che mal si conciliano con le esigenze dell’introspezione. Ma è questa
natura di Camilla che alla fine si afferma. Sceglie il chiostro, osteggiata dal padre,
ma alla fine la sua volontà è più forte di tutto. Veste l’abito francescano nel monastero
di Santa Chiara di Urbino, prendendo il nome di suor Battista. Seguono anni di grande
misticismo, la Passione di Cristo continua ad essere il suo punto di riferimento.
Le traversie del suo casato la costringono alla fuga, poi ritorna a Camerino e vi
rimane fino alla morte come badessa, divenendo un punto di riferimento per tutti,
autorità civili e religiose. Otto anni dopo la morte di suor
Battista, nasce in Polonia Stanislao Kazimierczyk. (1433-1489). Padre assessore municipale
e madre casalinga, Stanislao studia nella parrocchia retta dai Canonici regolari Lateranensi.
E’ l’incontro che segnerà la sua vita. Attorno ai 23 anni entra nell’Ordine e approfondisce
con grande cura lo studio della Bibbia. E’ un uomo pratico, responsabile, ma quando
diventa maestro dei novizi e più tardi dei giovani religiosi viene in evidenza il
tratto d’eccellenza: quello dell’essere un grande maestro di spirito, molto stimato
dai confratelli. Con la parola, e la coerenza della sua vita religiosa, combatte le
derive insinuate dai primi venti dell’umanismo, corrente di pensiero chiusa alla trascendenza.
Muore a 56 anni e nel giorno dei funerali, come attestano i documenti, hanno luogo
molti miracoli, che si contano già a dozzine a un anno dalla morte.