2010-02-18 14:58:13

Rapporto Fao: allarme per i mancati aiuti ad Haiti


Il settore zootecnico è in notevole crescita ma occorrono investimenti in grado di contribuire ad una più efficace lotta alla povertà e per una maggiore tutela delle risorse naturali. Sono alcuni punti contenuti nel rapporto Fao 2009: “Lo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura” presentato oggi a Roma. C’era per noi Benedetta Capelli:RealAudioMP3
 
La situazione di Haiti preoccupa molto la Fao. E’ l’allarme che il direttore generale Jacques Diouf ha lanciato durante la presentazione del rapporto sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura. Illustrando gli interventi che Fao, Pam e Ifad stanno compiendo nel Paese caraibico con la distribuzione di aiuti e delle sementi, in vista della stagione delle semine che è imminente, “Haiti - ha aggiunto - sta affrontando una grave crisi alimentare e c’è bisogno di aiuti che non stanno arrivando”. “Nell'ambito dei 70 miliardi di dollari di stanziamenti complessivi sotto l'ombrello delle Nazioni Unite – ha ammonito Diouf - ce ne sono 23 miliardi promessi per l'agricoltura dei quali solo l'8% è stato realmente stanziato”. E interventi – rivela il rapporto - sono richiesti soprattutto nel settore zootecnico che, negli ultimi anni, ha registrato una crescita “enorme” e “rapida”, grazie all’aumento dei redditi, l’incremento demografico e l’urbanizzazione. Oltre un miliardo di persone nel mondo però soffre la fame e la zootecnia può aiutare a migliorare le loro condizioni di vita. Il bestiame infatti rappresenta il 40 % del valore complessivo della produzione agricola e si prevede una crescita della stessa produzione, pari al 20%, ancora nei prossimi anni. Un aumento è stato registrato in Asia e in America Latina. Inevitabilmente – denuncia il rapporto - restano le differenze tra Paesi in via di sviluppo e quelli più ricchi ma esistono esempi positivi come evidenzia Henning Steinfeld, capo del settore analisi e politica in materia di bestiame presso la Fao:
 
“Si devono cercare di creare dei quadri istituzionali per aiutare i piccoli produttori a partecipare. Un modello per aiutarli ad avere accesso ai mezzi di produzione e nello stesso tempo ai mercati - per essere in grado di vendere i loro prodotti - sarebbe ad esempio quello delle cooperative. Un’altra forma è la produzione contrattuale, dove magari un grande produttore decide di usare le capacità dei piccoli produttori per compiere vari passi nella catena di produzione. Si chiama ‘contract farming’ in inglese. Questi sono due modi che vengono applicati, ad esempio, in Paesi come India, Bangladesh, Thailandia, Cina, etc., che hanno mostrato che è possibile, anche nel settore zootecnico, coinvolgere maggiormente i piccoli produttori”.

 
Dunque combattere la povertà attraverso maggiori investimenti è possibile ma centrale, in tal senso, è la creazione di una “robusta governance” in grado di rispondere alla crescente domanda di prodotti animali e contribuire alla sicurezza alimentare e conseguentemente alla salute dell’uomo, nel caso del diffondersi di virus e malattie da allevamenti non controllati. Quindi, ammonisce la Fao, attraverso una “politica appropriata e sostenibile" la zootecnia potrebbe giocare un ruolo chiave nella mitigazione degli effetti del surriscaldamento del pianeta e nella riduzione dell'immissione di anidride carbonica nell’atmosfera.







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