Kenya: messaggio per la Quaresima della Commissione giustizia e pace
Sicurezza alimentare e povertà; Costituzione e buon governo; tutela dell’ambiente;
riconciliazione; insicurezza: sono i cinque punti analizzati dalla Commissione Giustizia
e Pace della Conferenza episcopale del Kenya, nel Messaggio per la Quaresima. Il lungo
documento, suddiviso appunto in cinque paragrafi, traccia un quadro amaro della situazione
del Kenya, ma lancia comunque un forte messaggio di speranza, affinché il Paese si
rinnovi. Nel primo punto, dedicato alla povertà e alla sicurezza alimentare, i vescovi
africani ricordando che “oltre 10 milioni di kenioti soffrono la fame. La mancanza
di cibo viene attribuita alla carenza di metodi di coltivazione, alla mancanza di
pianificazione, alle violenze e alle migrazioni”. Di qui, l’invito dei presuli a non
abbandonare le tradizioni africane, basate sullo spirito di collaborazione e di aiuto
reciproco in tutte le attività. Il problema della riforma costituzionale e di un buon
governo viene, invece, trattato nel secondo punto del Messaggio. In esso, i vescovi
denunciano la prepotenza di alcuni leader politici, il dilagare del favoritismo al
posto della meritocrazia, la mancanza di regole e procedure precise. Di qui, l’appello
perché la nuova Costituzione, che la politica sta elaborando, “provveda ai bisogni
di tutti; porti la riconciliazione trattando la popolazione in modo paritario, distribuendo
equamente le risorse del Paese ed eliminando la cultura dell’impunità”. Il Messaggio
quaresimale prosegue, quindi, con il tema della protezione dell’ambiente: “Il volto
del Kenya sta cambiando in modo negativo”, scrivono i vescovi, puntando il dito contro
l’insediamento irregolare e non autorizzato nelle aree vicino ai bacini idrici, come
la foresta Mau e quella degli Aberrare. Azioni dalle conseguenze tragiche, si legge
nel Messaggio, poiché “fiumi, laghi, dighe ed altre fonti idriche si stanno esaurendo,
il cibo scarseggia e migliaia di capi di bestiame sono morte”. La possibilità di avere
cibo ed acqua pulita, fanno notare i presuli, ridurrebbe il numero dei conflitti tribali,
delle migrazioni forzate e delle violenze nelle società. E ancora: al quarto punto,
il Messaggio si sofferma sulla riconciliazione ed invita i fedeli ad instaurare rapporti
sani per il bene delle generazioni future. “È Dio che ci guida alla vera libertà –
continua il Messaggio – Una volta riconciliati con Lui e con gli altri membri della
comunità, potremo condividere la gioia del Signore”. Infine, la Commissione giustizia
e pace analizza il problema dell’insicurezza ricordando, in particolare, le violenze
che seguirono le elezioni del 2008 e che scatenarono la carestia, la corruzione e
gli scontri tribali. Di qui, l’invito ad abbandonare la competizione e a guardare
alla diversità fra gli oltre 40 gruppi etnici come ad un’occasione per condividere
le risorse. E ancora: i presuli lanciano un appello alla tutela della vita, ricordando
che, come si legge nell’enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II, “gli abusi
contro la vita umana come guerre, genocidi, aborto, torture, condizioni di vita disumane
vanno contro la legge della natura”. (I.P.)