Messa del cardinale Sodano in suffragio delle vittime del terremoto di Haiti
Il male fisico e quello morale pongono “interrogativi all’uomo di ogni tempo”, ma
di fronte al dolore dei fratelli i discepoli di Cristo hanno il dovere di aiutarli
“con opere concrete di bene”. E’ quanto ha detto ieri sera il cardinale Angelo Sodano,
decano del Collegio cardinalizio, durante la celebrazione eucaristica in suffragio
di mons. Joseph Serge Miot, arcivescovo di Port-au-Prince rimasto ucciso tra le macerie,
e di tutte le vittime del terremoto che ha colpito Haiti lo scorso 12 gennaio. Le
ultime statistiche – ha ricordato il porporato durante la Messa nella Basilica di
Santa Maria Maggiore – “parlano di 200 mila morti e di altrettanti feriti”. Si tratta
di un numero ingente di “persone senza tetto e obbligate ad emigrare”. Oltre all’arcivescovo
di Port-au-Prince - ha ricordato il decano del Collegio cardinalizio, le cui parole
sono state riprese da Avvenire - sacerdoti, religiosi e religiose hanno pagato con
la propria vita “il loro servizio reso alla comunità haitiana”. Un servizio – ha spiegato
- svolto con generosità “nelle scuole, negli ospedali, nelle case di assistenza per
orfani e anziani”. “E’ la forza della fede – ha poi osservato il cardinale Angelo
Sodano – che ci impedisce di essere pessimisti”. Prima della Santa Messa, il cardinale
Law ha sottolineato che “la risposta celere e generosa da tutto il mondo” si è rivelata
“un segno di umana solidarietà”. “Purtroppo l’esperienza insegna – ha concluso il
porporato - che eventi come questi possono essere dimenticati molto rapidamente”.
(A cura di Amedeo Lomonaco)