2010-02-17 15:12:30

Indonesia: sì del Tribunale ad una nuova chiesa a Bandung. Soddisfatto il vescovo


Soddisfazione del vescovo di Bandung, in Indonesia, riguardo la sentenza favorevole alla costruzione di una Chiesa dedicata a Santa Maria nella sua diocesi. “Accogliamo con serenità il verdetto del Tribunale” - ha dichiarato all’agenzia Fides, mons. Johannes Pujasumarta - “ma senza cantare vittoria”, ha aggiunto. “Attendiamo ora le mosse del governo locale di Giava Occidentale che, entro due settimane, può presentare un appello all’Alta Corte. Se l’appello non sarà presentato, potremo riprendere i lavori per l’edificazione della nuova chiesa. Siamo sereni e intendiamo agire – ha rassicurato il presule - entro i limiti e i diritti tracciati dalla Costituzione indonesiana”. Il tribunale in prima istanza ha dato dunque ragione alla Chiesa locale nella controversia per l’edificazione di un nuovo edificio di culto cattolico nel distretto di Purwakarta, località a un’ora da Bandung. La Chiesa aveva in un primo tempo ottenuto il permesso per l’edificazione, ma lo scorso anno le proteste di gruppi estremisti islamici avevano costretto gli operai a fermare i lavori, mentre il governo locale, dopo le pressioni, aveva ritirato la licenza di costruire. Nel novembre 2009 la Chiesa locale di Bandung era infine ricorsa alla via giudiziaria. Mons. Pujasumarta ha chiarito: “Vogliamo vivere e contribuire a tutelare l’armonia sociale e interreligiosa. Ma siamo ben consapevoli che l’Indonesia ha una Costituzione che riconosce i nostri diritti, e che tutti sono tenuti a rispettare, anche i piccoli gruppi musulmani radicali”. Lo stesso presule, che ricopre l’incarico di segretario della Conferenza episcopale dell’Indonesia, in un recente incontro fra leader religiosi e membri del Parlamento indonesiano, ha chiesto alle autorità civili di garantire il diritto e la libertà religiosa in Indonesia, segnalando la presenza di gruppi estremisti musulmani che continuano ad attaccare chiese cristiane, a bloccarne le opere di edificazione o a far chiudere le aule di preghiera. Il presule ha ricordato l’esistenza di due decreti interministeriali del 2006, che assegnano alle autorità locali delle province indonesiane il compito di garantire l’armonia interconfessionale. Ma spesso “molte autorità locali - ha spiegato ancora - sono facile bersaglio di gruppi musulmani estremisti, cedono alle loro pressioni e accolgono le loro richieste.” (R.G.)







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