India: concluso il Sinodo diocesano di Ranchi. Messaggio del cardinale Dias
Formazione continua, un maggior coinvolgimento della Chiesa nel campo dell’educazione
e della sanità, la necessità di un rinnovamento spirituale a tutti i livelli: queste
le conclusioni cui è giunto il Sinodo diocesano di Ranchi, in India. Svoltosi dal
7 al 14 febbraio, l’incontro ha visto la presenza di 260 partecipanti, inclusi 69
giovani che hanno portato in aula il proprio entusiasmo ed il proprio dinamismo. Per
l’occasione, il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione
dei Popoli ha inviato un messaggio: “Questo Sinodo – si legge nel testo – è un momento
molto importante nella vita dell’arcidiocesi di Ranchi, poiché esso invita la Chiesa
locale a riflettere sulla propria attività ed a pianificare i progetti per il futuro”.
“Il tema scelto per il Sinodo, ovvero ‘Ama la Chiesa’ – continua il porporato – ha
una particolare rilevanza in questo momento storico”. Infatti, il cardinale Dias ricorda
che “un Sinodo diocesano è un atto di governo pastorale ed un evento di comunione,
un momento di valutazione e di rinnovamento della vita e della missione comunitaria.
Il lavoro del Sinodo è di promuovere l’accettazione della dottrina salvifica della
Chiesa e di incoraggiare i fedeli a seguire Cristo”. Dal suo canto, concludendo l’Assemblea,
il cardinaleTelesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi, ha ribadito che “questo
Sinodo non è la fine, anzi: è l’inizio di una nuova èra nella nostra vita di fede.
Tutti noi dobbiamo vivere questo rinnovamento nel modo che il Signore ci ha assegnato:
come preti, laici, religiosi, insegnanti, genitori, studenti, lavoratori…Tutti noi,
insieme, siamo il Corpo di Cristo, ma siamo membra differenti di questo Corpo, poiché
ognuno ha un ruolo particolare, assegnatogli da Cristo, secondo la sua chiamata”.
Quindi, il cardinale Toppo ha invitato gli insegnanti a guardare alle necessità degli
studenti e delle loro famiglie; gli operatori sanitari a rendere presente, nella società,
il ministero salvifico di Cristo; e i politici a sradicare qualsiasi ostacolo allo
sviluppo della popolazione. Infine, il porporato ha rivolto un pensiero alle parrocchie:
“Ognuna di esse – ha detto – ha bisogno dell’impegno di ciascun fedele, così come
i parrocchiani hanno bisogno del parroco. In pratica, noi tutti dobbiamo collaborare
l’uno con l’altro”, poiché “apparteniamo l’uno all’altro ed ogni membro della Chiesa
ha un compito nella società attuale”. (I.P.)