Il Kosovo celebra il secondo anniversario dell'indipendenza
Il Kosovo celebra oggi il secondo anniversario dalla proclamazione della sua indipendenza.
Un evento dai toni contrastanti, a partire dal pronunciamento - nei prossimi mesi
- sulla legittimità dell’indipendenza da parte della Corte internazionale di giustizia;
giudizio, questo, non vincolante, ma a cui sono legati i riconoscimenti internazionali,
fermi a 65. Si può dire che il sogno di uno Stato multietnico sia fallito? Salvatore
Sabatino lo ha chiesto al collega Michele Luppi, esperto di Kosovo:
R.
– Non so se questo si può dire. La situazione del Kosovo è molto difficile e a renderla
difficile è soprattutto la situazione economica: la mancanza di lavoro rende problematica
la vita anche per la stessa maggioranza albanese. Ed è chiaro che in una situazione
di povertà diventa anche più difficile riuscire a risolvere le situazioni di contrasto
etnico che ancora esistono, anche se queste sono concentrate soprattutto in alcune
parti del Kosovo. Qualche passo in avanti è stato fatto, negli ultimi anni, anche
per quanto riguarda il dialogo tra le comunità.
D. –
Tra i Paesi che hanno riconosciuto il Kosovo ci sono quasi tutti i membri dell’Unione
Europea e gli Stati Uniti; tra quelli invece che non l’hanno fatto c’è la Russia:
una contrapposizione importante …
R. – La contrapposizione
tra gli Stati Uniti da un lato e dall’altro Russia e Cina ha impedito fin dal 1999
l’approvazione di un Risoluzione condivisa sul futuro del Kosovo. Questo è un nodo
da sciogliere che va avanti ormai da dieci anni: se non si riuscirà a risolverlo,
renderà difficile anche la prosecuzione di una futura possibile integrazione del Kosovo
nell’Unione Europea o l’ingresso del Kosovo nel sistema internazionale.
D.
– Il presidente serbo Tadic ha detto che il Kosovo non entrerà mai a far parte dell’Onu
senza il consenso di Belgrado, dichiarazione che evidenza ancora oggi uno stato di
fortissima tensione con la Serbia …
R. – La tensione
c’è. Il problema di fondo è nel significato storico e culturale che il Kosovo ha sempre
rappresentato per la Serbia. Non dobbiamo dimenticare che soprattutto per il nazionalismo
serbo, ma in generale per la cultura serba, il Kosovo rappresenta la culla della Serbia,
perché in Kosovo si trova il Patriarcato della Chiesa ortodossa, perché in Kosovo
sono state combattute battaglie fondamentali per la cultura della Serbia; poi non
bisogna dimenticare che soprattutto nel Nord del Kosovo, che è la parte a maggioranza
serba, vi sono ancora migliaia di serbi che rifiutano l’indipendenza del Kosovo. Per
questo, Belgrado guarda da un lato alla situazione in Kosovo, dall’altro al consenso
interno ad un governo che non può passare agli occhi dei propri cittadini come chi
ha "svenduto" una parte della propria cultura.