Il cardinale Poletto nella Sinagoga di Torino: "un'umile tappa di un percorso di fraternità"
"Sono convinto che la strada della riconciliazione e della fraternità debba trovare
terreno fertile in un tessuto di stima, di mutua conoscenza reciproca, di rispetto
e di collaborazione”, così il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, nella
sua prima visita ieri alla Sinagoga della diocesi, accolto dal presidente della Comunità
ebraica subalpina, Tullio Levi e dal Rabbino capo della città, Alberto Moshe Somekh.
Ha raccomandato il cardinale Poletto l'importanza della "rivisitazione della memoria"
per "prendere coscienza degli errori del passato", sottolineando che la fraternità
tra la comunità cristiana ed ebraica “è un bene prezioso in se stesso perché è risposta
alla volontà di Dio; ma può divenire fonte di luce e di pace anche per gli uomini
e le donne che vivono nella nostra città, percorsa da tante tensioni e problemi, ma
anche da tante aspirazioni e desideri di bene che occorre intercettare e valorizzare”.
Il cardinale Poletto ha poi osservato: "uomini e donne del nostro tempo sono pervasi
dalla dimenticanza di Dio e questo è fonte di tanta desolazione, ingiustizia e disumanità.
Dobbiamo testimoniare insieme il primato di Dio nella storia e la viva presenza nella
nostra vita. Siamo investiti della responsabilità di testimoniare la prossimità di
Dio e siamo chiamati a farlo insieme. Mi auguro - ha concluso - che l'itinerario di
fraternità fra le nostre comunità religiose cresca e si esprima in tutta la sua ricchezza".
Parole di amicizia raccolte dal presidente della Comunità ebraica di Torino. “La presenza
dell’arcivescovo qui oggi – ha detto Tullio Levi – è un grande onore che si inserisce
sulla scia della visita che il Papa ha fatto alla Sinagoga di Roma ed è un segnale
di dialogo e d’intesa su valori comuni, che vuole essere anche un incoraggiamento
per tutti i gruppi presenti sul nostro territorio a proseguire su questa strada. (R.G.)