2010-02-17 15:48:49

Economia Usa in crescita: Obama torna a puntare sul nucleare


Accelera la crescita economica negli Stati Uniti e in Giappone nel quarto trimestre ma rallenta in Eurolandia. Sono i dati dell'Ocse pubblicati stamani. Il Pil statunitense è cresciuto dell'1,4% e quello giapponese dell'1,1%, quello della zona euro ha segnato un modesto rialzo dello 0,1% dopo il +0,4% del trimestre precedente. E guardando agli Stati Uniti, in tema di economia si fanno bilanci sui provvedimenti dell’amministrazione Obama che torna a puntare sul nucleare dopo 30 anni di stop. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Il piano di stimolo varato esattamente un anno fa da Obama ha frenato “la caduta libera dell'economia” e ha avuto effetti “positivi” sul pil e sul mercato del lavoro, “drasticamente migliorato”: è quanto emerso dal Rapporto presentato ieri dal vicepresidente Joe Biden. Negli ultimi tre mesi del 2009, l'economia americana è cresciuta del 5,9%, il rialzo maggiore degli ultimi sei anni. In dicembre, il tasso di disoccupazione è sceso al 9,7%, ai minimi dallo scorso agosto: il piano ha sostenuto 2,4 milioni di posti di lavoro. Sembra in via di stabilizzazione anche il mercato immobiliare. E in relazione a posti di lavoro Obama parla anche di nucleare: dopo uno stop di trent'anni, annuncia la costruzione di nuove centrali atomiche “sicure e pulite” investendo otto miliardi di dollari (circa sei miliardi di euro per tremila nuovi posti di lavoro). Obama si dice certo che complessivamente il piano creerà 700 mila posti di lavoro e ridurrà la dipendenza Usa dal petrolio straniero. E lo difende anche dal punto di vista ambientale: una centrale atomica – spiega – a parità di energia prodotta, in un anno, è capace di ridurre l'inquinamento che viene da 16 milioni di tonnellate di carbone. Praticamente, ha detto il capo della Casa Bianca, "è come togliere dalla strada 3,5 milioni di macchine". A proposito di scorie, Obama ha promesso una commissione bipartisan di esperti e politici per esaminare il problema.

Resta invece recessione l'economia spagnola nel quarto trimestre del 2009, con un calo dello 0,1% del Pil in rapporto al trimestre precedente, secondo i dati definitivi comunicati dall'Istituto centrale di statistica. Da parte sua, il premier spagnolo, Josè Luis Zapatero, ha affermato a Madrid davanti al Congresso dei deputati che il Paese uscirà dalla recessione nella prima metà del 2010. La Spagna è l'unico paese del G20 a non essere ancora uscito dalla recessione. Il tasso di disoccupazione è quasi al 19% (il doppio della media Ue) e i senza lavoro sono 4,4 milioni. Nel suo intervento, Zapatero ha proposto a tutti i partiti dell’opposizione un patto di stato contro la crisi, annunciando la costituzione di una Commissione incaricata di negoziare con tutte le forze politiche in Parlamento.

Brusca caduta del prodotto interno lordo in Belgio: il Pil è diminuito del 3% nel 2009, pari a 337,75 miliardi di euro. “Si tratta della recessione più grave mai vista nel Paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”, ha detto il governatore della Banca nazionale del Belgio, Guy Quaden. Secondo la Banca nazionale del Belgio, il governo deve ora ridurre il deficit attestatosi al 6% nel 2009, stimolare la crescita e la competitività. Tuttavia, nel secondo semestre 2009 la crescita è stata “migliore o meno peggio” della media della zona euro.







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