Economia Usa in crescita: Obama torna a puntare sul nucleare
Accelera la crescita economica negli Stati Uniti e in Giappone nel quarto trimestre
ma rallenta in Eurolandia. Sono i dati dell'Ocse pubblicati stamani. Il Pil statunitense
è cresciuto dell'1,4% e quello giapponese dell'1,1%, quello della zona euro ha segnato
un modesto rialzo dello 0,1% dopo il +0,4% del trimestre precedente. E guardando agli
Stati Uniti, in tema di economia si fanno bilanci sui provvedimenti dell’amministrazione
Obama che torna a puntare sul nucleare dopo 30 anni di stop. Il servizio di Fausta
Speranza:
Il piano
di stimolo varato esattamente un anno fa da Obama ha frenato “la caduta libera dell'economia”
e ha avuto effetti “positivi” sul pil e sul mercato del lavoro, “drasticamente migliorato”:
è quanto emerso dal Rapporto presentato ieri dal vicepresidente Joe Biden. Negli
ultimi tre mesi del 2009, l'economia americana è cresciuta del 5,9%, il rialzo maggiore
degli ultimi sei anni. In dicembre, il tasso di disoccupazione è sceso al 9,7%, ai
minimi dallo scorso agosto: il piano ha sostenuto 2,4 milioni di posti di lavoro.
Sembra in via di stabilizzazione anche il mercato immobiliare. E in relazione a posti
di lavoro Obama parla anche di nucleare: dopo uno stop di trent'anni, annuncia la
costruzione di nuove centrali atomiche “sicure e pulite” investendo otto miliardi
di dollari (circa sei miliardi di euro per tremila nuovi posti di lavoro).
Obama si dice certo che complessivamente il piano creerà 700 mila posti di lavoro
e ridurrà la dipendenza Usa dal petrolio straniero. E lo difende anche dal punto di
vista ambientale: una centrale atomica – spiega – a parità di energia prodotta, in
un anno, è capace di ridurre l'inquinamento che viene da 16 milioni di tonnellate
di carbone. Praticamente, ha detto il capo della Casa Bianca, "è come togliere dalla
strada 3,5 milioni di macchine". A proposito di scorie, Obama ha promesso una commissione
bipartisan di esperti e politici per esaminare il problema.
Resta invece
recessione l'economia spagnola nel quarto trimestre del 2009, con un calo dello 0,1%
del Pil in rapporto al trimestre precedente, secondo i dati definitivi comunicati
dall'Istituto centrale di statistica. Da parte sua, il premier spagnolo, Josè Luis
Zapatero, ha affermato a Madrid davanti al Congresso dei deputati che il Paese uscirà
dalla recessione nella prima metà del 2010. La Spagna è l'unico paese del G20 a non
essere ancora uscito dalla recessione. Il tasso di disoccupazione è quasi al 19% (il
doppio della media Ue) e i senza lavoro sono 4,4 milioni. Nel suo intervento, Zapatero
ha proposto a tutti i partiti dell’opposizione un patto di stato contro la crisi,
annunciando la costituzione di una Commissione incaricata di negoziare con tutte le
forze politiche in Parlamento.
Brusca caduta del prodotto interno lordo in
Belgio: il Pil è diminuito del 3% nel 2009, pari a 337,75 miliardi di euro. “Si tratta
della recessione più grave mai vista nel Paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”,
ha detto il governatore della Banca nazionale del Belgio, Guy Quaden. Secondo la Banca
nazionale del Belgio, il governo deve ora ridurre il deficit attestatosi al 6% nel
2009, stimolare la crescita e la competitività. Tuttavia, nel secondo semestre 2009
la crescita è stata “migliore o meno peggio” della media della zona euro.