Consiglio Ifad contro la malnutrizione nei Paesi poveri
“Le sfide imposte dalla globalizzazione dei mercati e dal difficile superamento della
crisi mondiale impongono la ricerca di un modello di governance condiviso fondato
sui valori della solidarietà, dell’inclusività, della sostenibilità ambientale, delle
politiche di sviluppo e sulla crescente considerazione dei Paesi meno avanzati”: lo
ha detto il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, intervenendo
oggi a Roma all’apertura dei lavori della 33ª sessione del Consiglio dei governatori
del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad). Napolitano ha ricordato
- riferisce l'agenzia Misna - che il Fondo è chiamato a confrontarsi con temi di stringente
attualità, come ad esempio “gli effetti sull’agricoltura dei cambiamenti climatici
e il problema della sicurezza alimentare”. Una visione condivisa dal Segretario generale
dell’Onu, Ban Ki-moon, che ha osservato come “con oltre un miliardo di persone al
mondo che oggi continuano a soffrire la fame non c’è altro tempo da perdere”. La malnutrizione,
ha detto il dirigente Onu, “è una piaga che affligge le popolazioni dal Corno d’Africa
ad Haiti, e in numerosi altri Paesi, e che ci impone di rispondere agli appelli per
i cambiamenti climatici e per la sicurezza alimentare”. Intervenendo al vertice, il
primo ministro della Tanzania Mizengo Peter Pinda ha ricordato che “lo sviluppo agricolo
è al centro dei programmi di sviluppo di tutti i governi dell’Africa, un continente
dove l’agricoltura rappresenta la principale fonte di sostentamento e di reddito della
popolazione”. Puntare sullo “sviluppo verde” risulta quindi “strategia vincente” per
risollevare dalla povertà le popolazioni. “È un potenziale economico – ha osservato
il primo ministro della Tanzania - che deve essere sfruttato a fondo considerando
che la maggior parte del tessuto sociale è costituito da piccoli agricoltori che,
il più delle volte, si confrontano con l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli
e non possono accedere ai prestiti delle banche”. (R.P.)