Abusi su minori: conferenza stampa dei vescovi irlandesi
I vescovi irlandesi hanno concluso ieri un incontro di due giorni in Vaticano per
affrontare, col Papa e i suoi collaboratori, la drammatica questione degli abusi sessuali
su minori da parte di esponenti del clero irlandese. Nel pomeriggio i presuli hanno
tenuto una conferenza stampa presso la Sala Marconi della nostra emittente. C’era
per noi Francesca Sabatinelli:
“E' l’inizio
della Quaresima, tempo di penitenza, e dobbiamo iniziare da noi stessi”: il cardinale
Seán Brady, primate della Chiesa irlandese, non fa sconti all’episcopato d’Irlanda.
Parla della collera, della disillusione, dei sentimenti di tradimento vissuti dai
fedeli: “ciò che è accaduto in Irlanda è nostra responsabilità”. Poi spiega uno dei
temi principali discussi nell'incontro con il Papa:
“The
question of … Le vittime sono state al centro della preoccupazione in questi
giorni di incontri”.
Un altro tema è stato però affrontato a lungo,
qualcosa che colpisce molto sia le vittime che i cattolici irlandesi: la responsabilità
dell’episcopato nell’aver fallito nell’affrontare quanto accadeva. Non ci sono dubbi
– sottolinea il vescovo Dennis Brennan – sul dolore che le rivelazioni degli abusi
hanno causato al Papa in quanto pastore universale di tutti i cattolici:
“We
all know that there’s great anger … Sappiamo tutti che c’è grande rabbia
tra la popolazione, e giustamente: non abbiamo saputo gestire quanto accadeva. Ora
lo comprendiamo e accettiamo”.
Il vescovo Joseph Duffy parla anche di
come le fratture ai vertici della Chiesa irlandese abbiano contaminato gli sforzi
per risolvere la crisi generata dal Rapporto Murphy:
“When we talk about
… Quando parliamo di approfondire il nostro senso di unità, dobbiamo considerare
che stiamo uscendo da una cultura del silenzio, del segreto, sopravvalutata nel passato.
Se vogliamo andare avanti ed uscire dalla cultura del silenzio, dobbiamo condividere”.
Dunque
– è la conclusione del cardinale Brady – il solo modo di riguadagnare la nostra credibilità
è attraverso la nostra umiltà.