Sri Lanka: i vescovi preoccupati per la situazione politica nel Paese
I cristiani dello Sri Lanka esprimono “profonda preoccupazione” per la situazione
politica conseguente all’arresto dell’ex comandante dell’esercito Sarath Fonseka,
subito dopo la sua sconfitta nelle elezioni presidenziali. Mons. Duleep de Chickera,
vescovo anglicano di Colombo, in una dichiarazione resa ieri sera - ripresa dall'agenzia
AsiaNews - esprime timore che “ora lo Sri Lanka possa dover affrontare di nuovo disordini
politici”. Mons. Vianney Fernando, vescovo cattolico di Kandy e presidente della Conferenza
episcopale dello Sri Lanka, si dice pure preoccupato, ma riafferma “la piena fiducia
nella legge e nel sistema legale della Nazione” e conferma la necessità del lavoro
comune per la riconciliazione e l’unità del Paese, dopo i lunghi anni di guerra civile.
Mons. de Chickera spiega che “le modalità dell’arresto e della detenzione del generale
Fonseka hanno turbato tutti i cingalesi che desiderano dignità e ordine negli affari
pubblici. Egli – osserva - è stato arrestato per avere pianificato un colpo di Stato
e l’assassinio del presidente, accuse molto gravi, ma il popolo è confuso e deve poter
conoscere le ragioni dell’accusa. In ogni caso devono essere rispettati i suoi diritti,
compresa un’adeguata assistenza medica e il rispetto del diritto di difesa con l’aiuto
di legali”. Altrimenti “con ogni probabilità l’azione potrà essere interpretata come
un tentativo di umiliare un candidato che si è battuto con forza in un’accesa campagna
elettorale o un tentativo di impedirgli di proseguire a far politica e a partecipare
alle prossime elezioni generali”. Più ottimista mons. Vianney, che si dice “convinto
che il presidente è stato eletto in modo corretto, grazie al voto favorevole della
maggioranza dei cittadini. Dopo che sarà confermato che le elezioni sono state corrette
e trasparenti, ognuno dovrà accettare il risultato”. “C’è tensione, ma è sporadica
e le proteste sono state soprattutto causate dal clamore e dalle modalità dell’arresto
di Fonseka: egli ha servito lo Stato per 40 anni e i suoi diritti e la dignità devono
essere rispettati. Abbiamo fiducia nella legge e nel sistema legale della Nazione”.
Per il vescovo l’urgenza è “lavorare per la riconciliazione e l’unità del Paese, per
il progresso, la pace e la prosperità dello Sri Lanka, dopo i dolorosi anni della
guerra civile”, come la Conferenza episcopale di recente ha ripetuto al presidente
Rajapaksa. Tra i problemi da risolvere subito c’è quello della comunità Tamil, per
il quale “lo Stato deve continuare a lavorare e la Caritas è coinvolta sul fronte
degli aiuti e della ricostruzione. Questa gente ha anzitutto bisogno di pace, che
non ci sia violenza e di poter tornare a una vita normale. Occorre garantire loro
dignità e benessere”. (R.P.)