Ad Ostia una nuova struttura per le famiglie in difficoltà, promossa dal Centro
per la Vita
Un dono e un’opportunità per le famiglie in difficoltà: è quanto si propone di essere
la “Casetta di Rita”, struttura inaugurata nei giorni scorsi ad Ostia, sul litorale
romano, e promossa dal Centro per la Vita. L’iniziativa rappresenta un rafforzamento
dell’impegno a tutela della maternità e in favore della solidarietà tra le famiglie.
Sulle ragioni che hanno portato alla realizzazione di questa struttura, Alessandro
Gisotti ha intervistato la psicologa Sabrina Persichini, responsabile della
“Casetta di Rita”:
R. – Spesso,
le famiglie si trovano sole ad affrontare le difficoltà legate alla crescita dei figli.
L’idea, dunque, è quella di sostenere le famiglie con minori, in linea con i principi
del Centro per la Vita che opera in questo senso da più di 20 anni sul territorio
di Ostia. La “Casetta di Rita” vuol essere un centro di servizi alle famiglie, un
luogo nel quale le famiglie possono incontrarsi, uno spazio dove potersi confrontare
su temi comuni anche ai bambini: interporci come anello di congiunzione tra famiglie
che spesso vivono in solitudine, e le istituzioni presenti sul territorio, come le
Asl o i servizi sociali. Abbiamo così pensato alla “Casetta di Rita”, resa possibile
da un gesto di grande generosità, quello della signora Giovanna D’Aquino, che ha voluto
donare alla nostra Associazione la casa nella quale ha accudito per molti anni la
figlia, Rita. E abbiamo voluto ricordare Rita dando il suo nome al nostro centro.
“Rita”, però, è anche un acronimo di una frase che sintetizza lo spirito del progetto,
ovvero: “Ritroviamo insieme tra famiglie amiche”.
D.
– Quali sono le principali attività svolte nella “Casetta di Rita”?
R.
– Gli obiettivi che ci poniamo sono quelli di sostenere le famiglie affiancando loro
i nostri volontari e auspicando che le stesse famiglie possano supportarsi reciprocamente
nelle varie attività quotidiane, scambiandosi – come avviene per esempio nei Banchi
del tempo – competenze e disponibilità. E per far questo, abbiamo pensato ad un centro
di ascolto che svolgerà prevalentemente attività di accoglienza, di analisi dei bisogni,
di orientamento sui servizi territoriali già presenti, insieme con un’area dedicata
alla sensibilizzazione all’affido, per diffondere la conoscenza dell’affido familiare,
e un’altra area dedicata alla solidarietà familiare che, non ultimo, favorirà l’integrazione
socioculturale anche di famiglie di diversa provenienza geografica.