India. Il vescovo di Pune: credenti in Dio uniti contro il terrorismo
Mons. Dabre, vescovo della città indiana di Pune, colpita dall’attentato terroristico
che ha ucciso nove persone e ferite altre 60, ha chiamato tutte la società civile
del Paese a impegnarsi per la convivenza fra religioni e culture differenti. L’appello
del presule arriva mentre torna alta tensione con il Pakistan e in particolare con
la comunità musulmana incolpata in modo indiretto della carneficina. In un commento
per AsiaNews, mons. Thomas Dabre ha sottolineato che “il terrorismo attacca e ferisce
gente di diverse religioni e culture. Per questo è ancora più necessario che tutti
i credenti in Dio si uniscano e lavorino insieme per garantire una società libera
dal terrorismo, in cui la gente possa vivere in pace, giustizia, dignità e felicità”.
Mons. Dabre, che è membro del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso,
ha anche espresso le sue condoglianze e preghiere alle famiglie delle vittime. Per
il presule l’attacco ad un città “conosciuta per la sua armonia culturale e religiosa
e per la sua integrazione” rileva la volontà da parte dei terroristi di colpire un
modello di integrazione e sviluppo. “Tale incidente – prosegue mons. Dabre - è una
nuova prova che il terrorismo non ha alcuna moralità, che gli esseri umani stanno
perdendo il senso della giustizia perché vite innocenti vengono condannate alla morte
e alla distruzione”. Il presule esprime poi il suo rammarico per la perdita dello
spirito che coincide con la “stolta affermazione dei propri diritti e pretese, imposte
in modo cocciuto sugli altri, senza alcuna distinzione fra colpevoli e innocenti”.
Per questo motivo il vescovo fa appello al “messaggio di Gesù Cristo di amore, perdono,
giustizia e pace, insieme a uno spirito di sacrificio per l’altro, che diviene ancora
più importante e urgente di fronte al terrorismo”. In particolare, i leader religiosi
devono “diffondere l’importanza della moralità, della giustizia e della pace come
segno della fede in Dio e della vera spiritualità. Il terrorismo attacca e ferisce
gente di diverse religioni e culture – conclude il presule -. Per questo è ancora
più necessario che tutti i credenti in Dio si uniscano e lavorino insieme per garantire
una società libera dal terrorismo, in cui la gente possa vivere in pace, giustizia,
dignità e felicità”. (M.G.)