Haiti: la Chiesa ancora in prima linea negli aiuti alla popolazione colpita dal
sisma
Si è chiusa ieri ad Haiti la tre giorni di preghiera indetta dal governo venerdì scorso
ad un mese dal devastate sisma che ha provocato almeno 230mila morti. Intanto la Chiesa
locale continua ad assumere un ruolo di primo piano nelle operazioni di aiuto per
le oltre 500mila persone rimaste senza un tetto, molte delle quali vivono ora in campi
improvvisati a Port-au-Prince. Secondo quanto riferisce Zenit, il nunzio apostolico
ad Haiti, l'arcivescovo Bernardito Cleopas Auza, ha ospitato questo giovedì un incontro
della Caritas presso l'Ambasciata della Santa Sede a Port-au-Prince per analizzare
le operazioni di soccorso e le sfide a lungo termine come l'istruzione, l'agricoltura,
la ricostruzione e la preparazione contro i disastri. “Dobbiamo aiutare gli haitiani
a diventare autosufficienti – ha dichiarato –. Haiti ha bisogno di più sostegno strutturato”.
“Ad ogni modo - ha poi confessato - guardo al futuro con fiducia”. All'incontro hanno
partecipato anche il segretario generale di Caritas Internationalis, Lesley-Anne Knight,
il presidente di Caritas America Latina e Caribe, il vescovo Fernando Bargallo, le
organizzazioni Caritas di tutto il mondo e i direttori diocesani di Caritas Haiti.
“La Caritas si impegna non solo a ricostruire la infrastrutture distrutte, ma anche
ad assicurare la dignità e lo sviluppo sostenibile di tutti gli haitiani”, ha detto
Lesley-Anne Knight. Finora l'organizzazione ha fornito cibo a più di 200 mila persone,
medicinali a 10mila e altro materiale di base a 60mila. Mentre il Catholic Relief
Services (CRS) ha distribuito riso del Programma Alimentare Mondiale a quasi 200mila
persone e spera di arrivare a 260mila assistiti. La Caritas sta fornendo assistenza
sanitaria in dieci luoghi e ha formato 40 persone per portare messaggi sulla salute
pubblica nei campi. Ha anche sostenuto l'ospedale S. Francesco di Sales effettuando
20-25 interventi chirurgici al giorno. (M.G.)