Ecuador: i vescovi lanciano la campagna in difesa di famiglia e giovani
La Pastorale per la famiglia, l’infanzia e gli adulti, commissione dell’episcopato
dell’Ecuador ha lanciato una campagna nazionale, da svolgersi in ogni parrocchia del
Paese, che sotto il moto “Imparando a vivere insieme”, chiama tutte le componenti
della comunità ecclesiale dal 3 al 6 marzo a riflettere sulla famiglia e il matrimonio.
Lo scopo principale secondo i vescovi è quello di potenziare “il ruolo parentale per
favorire le nuove generazioni” con una solida e duratura “educazione familiare dei
valori cristiani”. La nota stampa dell’episcopato spiega che la campagna e le sue
diverse iniziative si propongono di formare persone capaci di animare le comunità
nello studio e applicazione del Manuale “Imparare a vivere insieme”. Si auspica che
ogni parrocchia e ogni comunità cristiana possa stabilire con questi strumenti di
riflessione un legame con la Missione continentale in corso e con uno dei suoi pilastri
che riguarda, appunto, la “missione e la famiglia”. Con queste attività i vescovi
desiderano dare risposte ai molteplici problemi che colpiscono la famiglia in Ecuador,
in particolare “all’abbandono e alla negligenza che vivono molti bambini ecuadoriani”,
realtà che spesso favoriscono l’instaurarsi e la crescita della “violenza sociale”.
I principali promotori e responsabili della campagna delle rispettive commissioni
diocesane saranno adeguatamente preparati con azioni specifiche che saranno sviluppate
sotto forma di ritiri spirituali, corsi, incontri con esperti e informazioni sulla
realtà familiare in Ecuador. Al riguardo va ricordato che la situazione di crisi che
vive la famiglia in questa nazione sudamerica, non molto diversa di quella che colpisce
in tutta l’America Latina, si riflette in una diversità di “volti laceranti” che vanno
dalla povertà, l’esclusione sociale e perdita di valori di riferimento sino all’instabilità
delle unioni coniugali che, in molti casi, costringono i figli a conoscere nell’arco
della propria vita due o tre "genitori" differenti. (L.B.)