L'Angelus del Papa: Gesù rende giustizia a poveri e oppressi, ma la sua rivoluzione
è realizzata nell'amore, con la Croce e la Risurrezione
Dopo la visita all’Ostello Caritas, il Papa ha guidato, a mezzogiorno, la tradizionale
preghiera dell’Angelus dalla finestra del suo studio privato in Vaticano. Migliaia
i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, in una giornata fredda e nuvolosa. Benedetto
XVI ha commentato l’odierno Vangelo delle Beatitudini sottolineando che Gesù risponde
alle attese di giustizia dei poveri e degli oppressi non attraverso una rivoluzione
politica ma d’amore, con la sua Croce e la sua Risurrezione. Il Pontefice ha poi rivolto
un augurio alle popolazioni della Cina e del Vietnam che oggi festeggiano il capodanno
lunare. E infine, ricordando l’odierna festa dei santi Cirillo e Metodio, patroni
d’Europa, ha affermato che i valori cristiani da essi promossi rimangono il fondamento
dell’unità europea. Il servizio di Sergio Centofanti:
Il Papa commenta
il Vangelo delle Beatitudini come viene raccontato da San Luca. Ma perché – si chiede
– Gesù proclama beati i poveri, gli affamati, gli afflitti e quanti sono disprezzati
per causa sua?
“Perché la giustizia di Dio farà
sì che costoro siano saziati, rallegrati, risarciti di ogni falsa accusa, in una parola,
perché li accoglie fin d’ora nel suo regno. Le beatitudini si basano sul fatto che
esiste una giustizia divina, che rialza chi è stato a torto umiliato e abbassa chi
si è esaltato (cfr Lc 14,11). Infatti, l’evangelista Luca, dopo i quattro ‘beati voi’,
aggiunge quattro ammonimenti: ‘guai a voi, ricchi… guai a voi, che ora siete sazi,…
guai a voi, che ora ridete' e 'guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi',
perché, come afferma Gesù, le cose si ribalteranno, gli ultimi diventeranno primi,
e i primi ultimi (cfr Lc 13,30)”.
“Questa giustizia
e questa beatitudine – ha spiegato - si realizzano nel ‘Regno dei cieli’ … che avrà
il suo compimento alla fine dei tempi ma che è già presente nella storia. Dove i poveri
sono consolati e ammessi al banchetto della vita” – infatti – “lì si manifesta già
ora la giustizia di Dio”. Il Papa, incoraggiando quanti, in ogni parte del mondo,
si impegnano gratuitamente in opere di giustizia e di amore, ricorda che proprio al
tema della giustizia ha dedicato quest’anno il Messaggio per la Quaresima, che inizierà
il prossimo mercoledì: e ha invitato tutti a leggerlo e a meditarlo: “Il
Vangelo di Cristo risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo, ma in modo
inatteso e sorprendente. Gesù non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico,
ma quella dell’amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione.
Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia,
inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un
mondo migliore”.
Ha quindi elevato la sua preghiera
alla Vergine Maria che tutte le generazioni proclamano “beata”, perché ha creduto
nella buona notizia che il Signore le ha annunciato:
“Lasciamoci
guidare da Lei nel cammino della Quaresima, per essere liberati dall’illusione dell’autosufficienza,
riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, della sua misericordia, ed entrare così nel
suo Regno di giustizia, di amore e di pace”. Dopo
la preghiera dell’Angelus, il Papa ha rivolto il suo augurio alle popolazioni dell’Asia,
ma non solo, pensando in particolare alla Cina e al Vietnam, che celebrano oggi il
capodanno lunare:
“Sono giorni di festa, che quei
popoli vivono come occasione privilegiata per rinsaldare i vincoli familiari e generazionali.
Auguro a tutti di mantenere e accrescere la ricca eredità di valori spirituali e morali,
che si radicano saldamente nella cultura di quei popoli”.
Infine,
salutando i fedeli polacchi, ha ricordato l’odierna festa dei santi Cirillo e Metodio,
patroni d’Europa:
“Wartości, które
krzewili... I valori che essi hanno propagato nel nostro continente,
cioè il segno della Croce, il Vangelo di Cristo e la vita secondo il Vangelo – ha
detto - rimangono il solido fondamento della forza spirituale dei popoli e dell’unità
dell’Europa. Sono valori importanti anche per noi contemporanei. Chiediamo – ha concluso
il Papa - che i santi apostoli degli Slavi continuino a condurci sulle vie della fede”.