Dagli stati generali sulle cure palliative un appello a rispettare la dignità del
malato fino alla fine
Con l'auspicio di una crescente sinergia tra settore pubblico, Ong e mondo del volontariato,
si sono chiusi ieri gli stati generali delle cure palliative. Tre giorni di lavori,
a Santa Maria Capua Vetere, vicino Caserta, per ribadire che il malato non più curabile
va aiutato con le terapie del dolore, fortificando le reti di assistenza domiciliare
e gli Hospice, strutture in grado di assistere e accogliere i pazienti e i suoi familiari.
Al microfono di Massimiliano Menichetti, il presidente nazionale del Sindacato
italiano medici del territorio, Gianni Piccirillo, si sofferma sui principali
bisogni del malato:
R. – Il malato
necessita di un’attenzione, di una dignità, e nel momento in cui noi diamo attenzione
a questi pazienti, essi danno qualcosa a noi. La sussidiarietà, se è una cosa vera
in tutte le altre manifestazioni, in questa circostanza è ancora più vera. E devo
ricordare che questa disponibilità, questa relazionalità è per noi soprattutto un
concetto cristiano. Il primo volontario della storia è stato il Buon Samaritano: si
ferma lungo il cammino, dà aiuto a questo ferito; nessuno ricorda il suo nome, ma
questo gesto è scolpito nella mente e nel cuore delle persone.
D.
– Affermare il concetto, il principio di cura palliativa, è in contrasto con le logiche
che guardano all’eutanasia, che guardano alle logiche dell’accanimento terapeutico
o dell’abbandono del paziente...
R. – Le cure palliative
sono a sostegno della vita, perché rispettare l’ultimo tratto della vita è rispettare
la vita. Tutti coloro che si dedicano alle cure palliative, più che nell’affollata
galleria dei protagonisti, stanno nell’esile schiera dei testimoni, testimoni di disponibilità,
di affetto, testimonianza di cittadino vero di una comunità.
D.
– Qual è la grande sfida che lanciano questi stati generali?
R.
– La sfida è il ritorno al territorio, cioè il ritorno al luogo dove l’uomo nasce,
cresce e vive. E siccome la storia del volontariato si delinea e cresce nel solco
dell’assistenza sanitaria, la promozione della salute e la difesa della vita sono
i tratti salienti della persona e dell’individuo. E una comunità è tale nella misura
in cui dà soprattutto attenzione a questo aspetto, che è anche un aspetto che interessa
la comunità, perché è anche la comunità che ha interesse affinché il cittadino stia
bene e che un suo tratto di sofferenza venga accompagnato lungo il suo percorso. E
poi, diciamo la verità, noi non dobbiamo pensare che alcune cose possono capitare
solo al prossimo cristiano. Dedicarsi alle cure palliative significa anche portare
aiuto non soltanto all’ammalato, ma anche alla famiglia, al contesto. Ecco il senso
della comunità.