Sofferenza e miracoli: l'editoriale di padre Lombardi
La misura dell’umanità si determina nella cura che abbiamo per i malati. E' quanto
sottolineato da Benedetto XVI, giovedì scorso, nella Messa in San Pietro per la Memoria
della Beata Vergine Maria di Lourdes e in occasione della 18.ma Giornata Mondiale
del Malato. Ascoltiamo in proposito il nostro direttore, padre Federico Lombardi,
nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo
Vaticano:
"La sofferenza
accettata e offerta, la condivisione sincera e gratuita, non sono forse miracoli dell'amore?".
"Chi rimane a lungo vicino alle persone sofferenti, conosce l'angoscia e le lacrime,
ma anche il miracolo della gioia, frutto dell'amore". Giustamente il Papa ha voluto
celebrare solennemente e presiedere personalmente la Messa per la Giornata dei malati,
e mettere in luce con le sue parole quali sono i veri miracoli, cioè i segni che attirano
meraviglia, perché illuminano più profondamente la realtà sconfinata della sofferenza
umana. "Non doveva forse il Cristo patire e così entrare nella
gloria?" dice Gesù agli sconsolati discepoli di Emmaus. Se la sua sofferenza così
grande era necessaria per manifestare l'amore di Dio, intuiamo anche noi che la sofferenza
è il luogo dove l'amore - duramente provato - si manifesta nel modo più intenso e
più puro. Nella debolezza del malato grave è sempre più evidente che il rapporto di
amore, dato e ricevuto, è la vera rivelazione del senso di una vita ridotta all'essenziale;
tutto il resto non conta più.
Non sappiamo se sarebbe
stato pensabile un mondo senza sofferenza. Nel nostro ce n'è un mare, ma questa sofferenza
non è solo nell'uomo, è anche nel cuore di Dio e può manifestare l'amore. Si può comprendere
e vivere il senso misterioso della sofferenza in un mondo senza Dio e senza la Croce
di Cristo? E' immensamente difficile, forse impossibile. Per questo la sofferenza
è parte essenziale della vita e del servizio della Chiesa. Per salvare la speranza
del mondo.