2010-02-13 15:45:32

Messico. Vescovi preoccupati per le riforme sulla laicità


In Messico, da diversi giorni, la Camera Bassa sta discutendo e approvando diversi emendamenti alla Costituzione per la laicità dello Stato. Lo scorso 11 febbraio, con 363 voti a favore, 1 contro e 8 astensioni, è stato approvato il nuovo articolo 40 sulla laicità. Il testo afferma che si dovrà articolare in conformità a tre principi: rispetto della libertà di coscienza, autonomia della sfera politica nei confronti di quella religiosa e rifiuto di qualsiasi tipo di discriminazione delle persone siano esse dirette o indirette. L’emendamento sostiene che “è volontà del popolo messicano costituirsi in una repubblica rappresentativa, democratica, laica, federale, formata da Stati liberi e sovrani per quanto riguarda il loro ordine interno ma uniti come una federazione secondo i principi generali di questa legge fondamentale”. Si apre così un lungo cammino di discussione che avrà diversi passaggi obbligati: dopo la Camera Bassa le riforme passeranno al Senato e poi ai 32 parlamenti statali e solo alla fine, se ci sarà la maggioranza in tutte le tappe, queste riforme potranno essere sancite definitivamente. La Chiesa cattolica, preoccupata e perplessa di fronte a certi testi e proposte, aprirà un Foro nazionale per discutere su queste riforme. Nel frattempo però l’arcivescovo di Guadalajara, cardinale Juan Sandoval Íñiguez, ieri ha voluto richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su alcune proposte approvate, all’ombra del concetto di “laicità” , secondo le quali i ministri del culto potranno ricevere severe sanzioni qualora esprimano opinioni sull’operato del governo oppure critichino le sua azione. La stampa locale informa che il porporato lamenta con grave rammarico quest’iniziativa sia perché viola il principio democratico sia perché si configura come una retromarcia nella storia libertaria della nazione. In terzo luogo, ha aggiunto il cardinale Sandoval Íñiguez, la proposta introduce confusione e sconcerto poiché la Chiesa spesso offre il suo orientamento in tutto ciò che coinvolge la sfera morale ed etica e i principi della dignità della persona umana. I vescovi non hanno mai dato orientamenti politici e non lo faranno mai. Non fa parte della loro missione né dei loro doveri. Ciò non vuol dire che non possano parlare quando, iniziative, progetti o leggi, vanno ad incidere direttamente sul diritto naturale, la morale pubblica e privata o sulle convinzioni religiose. Se alla fine fosse sancita la proposta approvata nella Camera Bassa vuol dire che la Chiesa messicana non potrà dire nulla, per esempio, sull’aborto, sull’eutanasia, sulla povertà, sull’educazione o su qualsiasi realtà che riguardi la sacralità della persona e della vita. Infine, il cardinale, in nome della Chiesa in Messico, auspica che idee di questo tipo non abbiano futuro nel processo di revisione costituzionale e ribadisce il desiderio di collaborare con lo Stato messicano in ogni cosa che sia veramente utile al popolo e alla crescita materiale e spirituale della nazione. (A cura di Luis Badilla)







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