Domani il Libano ricorda il premier Rafiq Hariri, a cinque anni dall’attentato a Beirut,
nel quale perse la vita il leader, che tentava di risollevare il Paese ancora alle
prese con le conseguenze della guerra degli anni ’80 con Israele e le conseguenti
lotte intestine. La vicenda è ora all’esame della giustizia internazionale, che ha
chiamato in causa il governo siriano quale mandante dell’omicidio. Ieri il presidente
degli Stati Uniti, Obama, ha parlato telefonicamente con Saad Hariri, attuale premier
e figlio di Rafiq, sottolineando l'importanza che siano scoperti gli assassini di
suo padre, per affermare la sovranità e l’indipendenza del Libano. Ma che cosa significò
l’uccisione di Hariri per le vicende libanesi? Giancarlo La Vella ne ha parlato con
Antonio Ferrari, inviato speciale ed esperto di Medio Oriente del Corriere della Sera: