I poveri di Roma nel cuore del Papa in visita alla Caritas diocesana. Con noi il cardinale
Vallini
Poveri, immigrati, medici e volontari: saranno questi i protagonisti della visita
che il Papa compirà domani mattina, a partire dalle ore 10, ai servizi della Caritas
diocesana di Roma, alla Stazione Termini. Con la visita ad uno dei luoghi simbolo
della solidarietà della città di Roma, il Pontefice aderirà idealmente e concretamente
all’Anno di lotta alla povertà e all’esclusione sociale che l’Unione Europea ha proclamato
per il 2010. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Il programma
del cristiano - il programma del Buon Samaritano, il programma di Gesù - è ‘un cuore
che vede’. Questo cuore vede dove c'è bisogno di amore e agisce in modo conseguente”.
Questo passo della “Deus Caritas est” sintetizza bene lo spirito con il quale si svolgerà
la visita di Benedetto XVI ai Centri della Caritas alla Stazione Termini di Roma.
Un evento per dire soprattutto ai poveri, agli esclusi, che il Papa è con loro, ha
a cuore la loro condizione. L’avvenimento inizierà con la visita al poliambulatorio
della Caritas diocesana, dove dal 1983 sono state assistite 80 mila persone. Sarà
poi la volta dell’Ostello, che porta il nome di Don Luigi di Liegro, straordinario
testimone della Carità cristiana. Una struttura, questa, che ad oggi ha offerto un
milione e 200 mila pernottamenti. Un luogo d’accoglienza provvidenziale, se si pensa
che solo a Roma, 6-7 mila persone dormano all’addiaccio. Il momento culminante della
visita sarà il discorso che Benedetto XVI pronuncerà nella Sala Mensa, dopo aver ascoltato
la testimonianza di un ospite e del cardinale vicario Vallini. Ecco come mons.
Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma sintetizza i sentimenti
con i quali la sua comunità si appresta ad accogliere il Papa:
“Accoglieremo
la visita del Santo Padre con profonda gratitudine e riconoscenza e cercheremo di
far sì che questa visita diventi anche, per questa nostra comunità cristiana, uno
sprone a fare ancora di più. Noi vorremmo che ci fosse anche un’attenzione sempre
più grande, un’attenzione maggiore proprio per gli ultimi di questa nostra città”. Ma
la visita di Benedetto XVI non avrà solo una dimensione romana. L’evento si inserisce,
infatti, nelle iniziative promosse dalle Chiese europee all’inizio dell’Anno dedicato
alla lotta contro la povertà nel Vecchio Continente. La crisi economica ha colpito
soprattutto le fasce più deboli: oggi, secondo le ultime statistiche, il 29 % della
popolazione europea vive in povertà, il 19% dei bambini europei vive in condizioni
di indigenza. Anche per questo, commenta mons. Enry Gillen, presidente di Caritas
Europa, la visita del Papa alla Caritas di Roma rappresenta un forte appello a “trovare
una soluzione per combattere le disuguaglianze ed evitare ingiustizie per il presente
e per il futuro”.
All’arrivo alla struttura della Caritas, il Papa sarà
accolto dal cardinale vicario Agostino Vallini che, intervistato da Luca
Collodi, si sofferma sull’attenzione che Benedetto XVI rivolge ai poveri e gli
emarginati:
R. – Ho trovato
nel cuore del Papa, come sempre, un'attenzione molto ricca di amore paterno verso
questo mondo. D’altra parte, tutto il Magistero di Papa Benedetto intorno alle esigenze
di una giustizia sociale per uno sviluppo integrale della persona umana è in perfetta
coerenza.
D. – Che tipo di povertà incontrerà il
Papa?
R. – Incontra l’uomo che abbisogna innanzitutto
di amore, cioè di essere considerato nella sua dignità, nella sua persona. Molte vicende
di questi nostri fratelli e sorelle nascono da circostanze di dolore, da contesti
di violenza e sono ferite innanzitutto nell’anima. Molte di queste persone, proprio
nell’ostello della Caritas, non hanno trovato solo un pasto, un letto … Hanno trovato
degli amici, si sono stabiliti dei rapporti da uomo a uomo. Mi ha colpito molto che
alcuni anni fa, in occasione del 30.mo anniversario della fondazione della Caritas
di Roma, proprio gli ospiti dell’ostello della Caritas alla stazione Termini abbiano
messo in scena uno spettacolo a cui io ho partecipato. Erano loro gli attori: raccontavano
le loro storie. Era una scenografia molto interessante perché c’era un regista che
ha costruito questo spettacolo con un impegno che è durato due anni, ma in cui il
denominatore comune era questo: l’incontro con l’ostello della Caritas aveva risuscitato
il sorriso e la speranza, al di là di tutto il resto. Mi pare che questo sia, in fondo,
un’occasione alla quale il Santo Padre porta il suggello, con il suo sorriso dolce
e paterno, per incoraggiare e dare fiducia a tanta gente.
D.
– L’aumento della povertà a Roma, secondo quello che ha visto, può intaccare la speranza
per un futuro migliore?
R. – Le persone abbandonate
a se stesse, sulla strada, che hanno subìto uno sfratto che ritengono ingiusto perché
magari erano in una casa in locazione con un affitto esorbitante, possono perdere
la speranza. Le parrocchie, dove le nostre Caritas raccolgono il sostegno economico,
i soldi – in concreto – per pagare una bolletta perché in casa non c’è più la luce,
lo scoraggiamento perché hanno perduto il lavoro, bè, insomma, tutto questo può trovare
una soluzione innanzitutto nel sentirsi accolti, capiti, nel trovare persone che hanno
tempo per loro. E magari, anche l’aiuto concreto a risolvere il problema. Quindi,
la speranza si può perdere ma, grazie a Dio, la si ritrova, molte volte.
D.
– E’ più grave la povertà economica o la povertà del cuore?
R.
– Io penso che sia più grave la povertà del cuore, perché la povertà del cuore porta
alla disperazione. Noi dobbiamo lavorare per ricostruire, attraverso la carità concreta,
la pratica economica, anche, la fiducia e la speranza in se stessi nella convinzione
che sia possibile risalire la china. Tanta gente ci riesce! Dobbiamo operare perché
si allarghi questa rete di fiducia e di speranza. (Montaggio a cura di Maria
Brigini)