Argentina: la pastorale dell’educazione di fronte alla seria emergenza educativa
“Stiamo attraversando una profonda emergenza educativa, che, se non venisse superata
con intelligenza e celerità, finirà per gravare pesantemente sulle future generazioni”.
Così, mons. Héctor Aguer, arcivescovo de La Plata, responsabile episcopale della pastorale
per l’educazione, nel discorso con il quale ha aperto i lavori della 47.mo Corso per
rettori organizzato dal consiglio superiore per l’educazione cattolica. Il presule,
parlando ad oltre 1500 responsabili dell’insegnamento cattolico argentino a tutti
livelli, ha rilevato con forza la gravità del fatto che esistano più di 900mila giovani
che non lavorano e non studiano. Questo, ha indicato, “ci dà una fotografia della
gravità dell’emergenza educativa nel Paese e perciò”, è stata la sua esortazione,
“attendiamo dalle autorità le risposte adeguate e tempestive”. A giudizio di mons.
Aguer si tratta di trovare “gli accordi di base che consentano di attuare politiche
di Stato per combattere la povertà e l’esclusione sociale”, ma anche riflessioni serie
per affrontare i contenuti dell’educazione che consentano di formare veri cittadini.
Tali progetti, ha precisato il vescovo, al contrario di quanto si legge su alcuni
organi di stampa che attribuiscono alla Chiesa comportamenti ostili all’educazione
sessuale, esigono la presenza di questo tipo di formazione che però deve essere seria
e rispettosa della dignità umana. “Non basta e non serve trasmettere informazione
parzializzata” limitandosi a credere che l’educazione sessuale si esaurisca nelle
norme per fare un corretto uso del preservativo e degli anticoncezionali. Ricordando
che la sessualità è una dimensione inseparabile dell’amore, e ribadendo al riguardo
il magistero episcopale e dei papi, mons. Aguer ha molto insistito sul carattere etico
e morale dell’educazione perché al servizio della crescita integrale della persona
umana. Una corretta educazione, ha concluso, non si affida solo “alle linee politiche
e strategiche”; anzi, “occorre tener conto del contributo insostituibile della famiglia,
dei genitori, dei valori spirituale e della propria fede religiosa”. (L.B.)