Violenze in Sri Lanka dopo lo scioglimento anticipato del parlamento
Violenti scontri si sono verificati per tutta la giornata di ieri a Colombo, capitale
dello Sri Lanka, in seguito all’arresto del generale, Sarath Fonseka, leader dell’opposizione
e principale avversario politico dell’attuale presidente, Mahinda Rajapaksa. L’arresto
è coinciso con lo scioglimento anticipato del parlamento e l’indizione di nuove elezioni
legislative per l’8 aprile prossimo. Una situazione di grave tensione, dunque, che
preoccupa anche il segretario generale dell’ONnu, Ban Ki-moon. Sulle ragioni di questa
nuova crisi, l'opinione di Marzia Casolari, esperta dell’area per l’associazione
Asia Maior, al microfono di Stefano Leszczynski:
R. – La candidatura
di Fonseca alle elezioni presidenziali – peraltro esse stesse anticipate – ha spiazzato
un po’ tutto il mondo politico, anche perché Fonseca è stato effettivamente un candidato
abbastanza minaccioso per l’attuale presidente Rajapakse, in virtù del consenso che
ha conseguito soprattutto tra le fila dei militari, anche grazie alla vittoria della
campagna militare che ha portato poi all’annientamento delle tigri Tamil. D.
– Uno degli aspetti di quanto sta dicendo è anche il fatto che dei Tamil non se ne
parla praticamente più dopo la sconfitta militare. Adesso qual è la situazione? R.
– Verso la fine del 2009, la situazione dei campi profughi era quella di luoghi pieni
di gente che attendeva di essere identificata per essere poi rinviata ai propri posti
d’origine, alle proprie case, villaggi e via dicendo. Le procedure per l’identificazione
di queste persone erano molto lente e queste persone erano letteralmente detenute
all’interno di questi campi profughi, non gestiti da personale umanitario bensì dai
militari. D. – L’Onu può effettivamente fare qualcosa o è impotente
di fronte ad una situazione del genere? R. – L’Onu credo che,
al di là delle preoccupazioni e delle prese di posizione, non possa fare molto altro.
Il timore è che la situazione nello Sri Lanka evolva in un direzione simile a quella
della Birmania. D. – L’opposizione che si sta formando nei confronti
di Rajapaksa può avere, secondo lei, forza sufficiente? R. –
Nello Sri Lanka, l’opposizione – sia essa Tamil o di altro genere – è un’opposizione
che può essere anche molto radicale, che può essere anche molto forte politicamente.
Una delle caratteristiche dei meccanismi politici dello Sri Lanka è quella degli attacchi
personali all’opposizione. Attacchi personali che vengono poi sempre seguiti o accompagnati
da manifestazioni che possono anche sfociare nella violenza. In più, il sequestro
politico nello Sri Lanka o la sparizione di esponenti politici giudicati “scomodi”
è un dato di fatto.