Stati Generali delle Cure Palliative: no all'eutanasia e all'accanimento terapeutico
E’ necessario creare una rete sanitaria nazionale per sostenere i malati terminali
e le loro famiglie. Si sono aperti con questo imperativo gli Stati Generali delle
Cure Palliative, organizzati a Santa Maria Capua Vetere, nei pressi di Caserta. Tre
giorni di lavori faranno il punto sulle terapie del dolore, il contrasto ad ogni forma
di eutanasia e accanimento terapeutico. Il nostro inviato Massimiliano Menichetti
E’
con l’inaugurazione del Polo del Sollievo "Scienza della Vita”, primo centro nella
regione Campania specializzato nella lotta al dolore e sostegno nei confronti dei
malati terminali, che hanno preso il via gli Stati Generali nazionali delle Cure Palliative.
La struttura, salutata con favore da un messaggio del premier Berlusconi, si propone
come esperienza pilota a livello nazionale (nata dalla sinergia dell’Hospice Villa
Giovana di Tora e Piccilli di Caserta; il nuovo Hospice Nicola Falde di Santa Maria
Capua Vetere e l’Hospice Antea di Roma), offre 48 posti letto, è dotata di un nucleo
per le cure palliative che assiste 192 pazienti al giorno, di un centro per la formazione
, per la ricerca ed il trattamento del dolore. Il presidente del Senato, Renato Schifani,
in una nota ha auspicato una sempre maggiore collaborazione tra le istituzioni regionali,
locali e il terzo settore, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà sancito
dalla Carta Costituzionale, sulla stessa linea il messaggio del presidente della Camera,
Fini. “Una conquista importante in un panorama italiano frammentato” ribadisce il
prof. Gianluigi Zeppetella coordinatore scientifico degli Sati Generali, responsabile
regionale della Sicp (Società italiana cure palliative) e direttore dell’Unità di
Terapia del dolore e Cure Palliative dell’Azienda Ospedaliera di Caserta.
R.
- L’inaugurazione del Polo del Sollievo e dell’Hospice "Nicola Falde" rappresenta
una straordinaria opportunità, a mio avviso. Io ho fiducia, anzi sono convinto che
l’iniziativa sarà in grado di mettere in moto un processo che renderà possibile, in
breve tempo, la piena realizzazione di quanto affermato anche nel decreto legge di
prossima approvazione, che riguarda per l'appunto la rete per le cure palliative e
per le terapie del dolore, che vincola le regioni a realizzare dei percorsi e dei
progetti di salute per i malati terminali, con un’attenzione speciale alle loro famiglie.
D.
– Lo ribcordiamo: cosa sono le cure palliative?
R. – Le cure palliative
rappresentano la cura attiva, non rinunciataria, di pazienti giunti al termine della
loro vita a causa di malattie non più guaribili, non più controllabili, che hanno
un andamento progressivo e che richiedono tutta una serie di interventi, perché il
pianeta “sofferenza” è composto di elementi di natura somatica, di natura psicologica,
di natura spirituale e di natura sociale.
D. – Quindi, interventi,
ad esempio, per sedare il dolore, ma anche stare accanto al paziente...
R.
– Sedare il dolore è fondamentale, ma naturalmente la persona malata e la famiglia
non devono essere lasciati soli a gestire una condizione nella quale la solitudine
è distruttiva quanto la malattia.
D. – Possiamo dire che le cure palliative
sono assolutamente contro logiche eutanasiche e contro accanimento terapeutico...
R.
– Assolutamente. No all’accanimento, no all’abbandono terapeutico, no a logiche eutanasiche:
occorre essere chiari.
Le principali associazioni, federazioni e Onlus
del settore hanno sottolineato l’urgenza di creare una rete nazionale di sostegno
per potenziare gli Hospice, strutture pensate per assistere sotto ogni profilo il
malato terminale, oggi quasi 200 su tutto il territorio nazionale; da incrementare
anche l’assistenza domiciliare e le sinergie con il mondo del volontariato. Dunque
la sfida che viene dagli Stati Generali è tutta proiettata, non senza difficoltà e
accesi dibattiti, verso una cultura della vita che mette al centro l’uomo e lo protegge,
con amore e passione, in uno dei momenti più difficili dell’esistenza.