L'anniversario della Rivoluzione in Iran tra scontri di piazza e tensioni
E' il 31.mo anniversario della Rivoluzione islamica oggi per l’Iran. Da una parte,
le celebrazioni ufficiali,volute dalle autorità di Teheran, e dall’altra gli oppositori
dell’onda verde che sono tornati in piazza. Per le strade della capitale, si sono
verificati scontri, com’era nei timori della vigilia: poliziotti e miliziani Basiji,
massicciamente schierati, hanno sparato in aria e sulla folla. Una ragazza di 27 anni
sarebbe morta, secondo quanto riportato da blog e social network. I feriti sarebbero
diverse decine. In piazza Azadi si è tenuto il discorso del presidente, Mahmud Ahmadinejad,
che è tornato ad attaccare la comunità internazionale e in particolare Stati Uniti
e Israele, aggiungendo che è stato completato nel sito di Natanz l'arricchimento al
20% del primo pacchetto di uranio. Sulla situazione a Teheran, ascoltiamo Alberto
Zanconato, corrispondente Ansa dall’Iran, intervistato da Giada Aquilino:
R. – Ai giornalisti
stranieri non è consentito scendere direttamente tra la gente. Oggi, avrebbero potuto
raggiungere solo piazza Azadi, dove parlava il presidente Ahmadinejad, non potevano
nemmeno seguire i cortei ufficiali del regime per paura che potessero testimoniare
delle infiltrazioni degli oppositori. Quindi, le notizie che si hanno vengono un po’
da testimonianze che si raccolgono in giro. I siti dell’opposizione parlano di gente
che è stata regolarmente attaccata dalla polizia e dai miliziani Basiji. D.
– Ahmadinejad ha colto l’occasione per annunciare che il primo pacchetto di uranio
al 20% è stato completato a Natanz. Il nucleare, la repressione delle proteste, le
tensioni con la comunità internazionale e le minacce a Israele fanno parte di una
strategia particolare? R. – La strategia è quella del "muro
contro muro": ovvero, contro l’opposizione interna nessuna apertura e impedire ogni
manifestazione. Sul piano internazionale, da quello che sembra negli ultimi giorni,
l’Iran vuole continuare sulla sua strada rinunciando per il momento ad ogni possibilità
di accordo. Il messaggio che si ricava da quanto è successo oggi, in questo anniversario
della Rivoluzione, è che Teheran continua dritta per la sua strada senza dare segni
di compromessi. D. – Tra l’altro, gli Stati Uniti hanno già
annunciato sanzioni a compagnie legate ai Pasdaran: che reazioni ci sono a Teheran? R.
– Non ci sono reazioni. Del resto, misure del genere erano state annunciate dagli
Stati Uniti anche in passato: sanzioni selettive, che però non riguardavano interventi
più generali. Provvedimenti invece si aspettano eventualmente dalle Nazioni Unite. D.
– Sono ormai otto mesi che l’opposizione iraniana è tornata in piazza. Quale sarà
la linea dell’onda verde nei prossimi giorni? R. – Quello che
si può prevedere è che si cercherà di continuare nelle manifestazioni di protesta
non solo nelle piazze, in queste occasioni ufficiali: anche nelle università la tensione
continua ormai da mesi, quindi non si vede uno sbocco né in un senso né nell’altro.
Non si può prevedere una “vittoria” dell’opposizione, del movimento verde, e nemmeno
sembra che il regime possa veramente mettere fine a questa protesta.