2010-02-11 15:18:48

Europarlamento: risoluzione sui diritti delle donne "nasconde" contraccezione ed aborto


A proposito della risoluzione sulla parità tra i sessi e i diritti delle donne, adottata dall’Euroassemblea, il rappresentante maltese Simon Busuttil estende l’analisi dal campo politico-istituzionale a quello sociale e culturale. Nel testo, costituito da una ventina di “considerando” e da 41 paragrafi, - riferisce l'agenzia Sir - si fa riferimento alle politiche volte a favorire la conciliazione tra vita professionale e familiare, alla lotta contro la violenza domestica e alle molestie, al miglioramento dei servizi per bambini e anziani, a maggiori opportunità formative e occupazionali per le donne. Ma lo stesso documento afferma che le donne “dovrebbero avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto”. “La risoluzione approvata, - afferma Busuttil - benché priva di valore giuridico, viola il principio di sussidiarietà e, dove parla di aborto, minaccia il diritto alla vita del nascituro. Qui c’è una battaglia culturale da fare, oltre a quella cui siamo chiamati a compiere nelle istituzioni”. “Il gruppo dei Popolari – tiene ad aggiungere – su questo tema ha dato indicazioni precise, anche se con rammarico dobbiamo registrare tante defezioni. E d’altro canto occorre moltiplicare le iniziative di discussione e di confronto, anche con le altre famiglie politiche, per trovare dei punti di contatto su materie così rilevanti”. Dal canto suo l'eurodeputata slovacca Anna Zaborska,osserva che con questa risoluzione “registriamo un segnale negativo per la tutela della vita umana, e allo stesso tempo si va ben oltre le competenze comunitarie, minacciando la sovranità degli Stati su materie come questa, legate alla vita o alla famiglia”. Così “si lede il principio di sussidiarietà e si apre la porta dell’Europa a una sorta di diritto di aborto. Questo non lo possiamo accettare”. L’esponente slovacca al Parlamento Ue ribadisce la “necessità di impegnarsi, sia sul piano culturale che educativo, per evitare questi risultati politici”. (R.P.)







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