Al via la 60.ma edizione del Festival del cinema di Berlino
Reduci di guerra, giovani criminali, storie di famiglia, rievocazioni della Beat Generation
o della propaganda nazista, ambientazioni artiche o californiane, commedie e drammi,
finzioni e documentari, esordienti e vecchi maestri: tutto questo si mescola nell’affollatissimo
programma della 60.ma edizione del Festival di Berlino, che prende il via questa sera
con “Apart Together” di Wang Quan’An, già ispirato regista di un film come “Il matrimonio
di Tuya”, Orso d’Oro quattro anni fa. Ambientato nella Cina contemporanea, il film
racconta del viaggio compiuto da alcuni ex-militanti del Kuomingtang da Taiwan alla
Cina per ritrovare a sessant’anni dalla fine della guerra civile ciò che resta delle
loro antiche famiglie. Un po’ rievocazione storica, un po’ melodramma fiammeggiante,
il film sembra perfetto per celebrare il sessantesimo compleanno di un Festival, che
nel corso del tempo è diventato sempre più attento alle dinamiche del mondo contemporaneo,
ai problemi sociali e civili, al Sud e all’Est del mondo, senza dimenticare il “glamour”
che da sempre contraddistingue manifestazioni di questo genere. Se le star non mancheranno
sul tappeto rosso della Berlinale, si farebbe tuttavia un gran torto caratterizzando
il Festival solo per i volti celebri che vi appariranno. Se sul piano dell’organizzazione
non si può che rimarcare positivamente l’efficienza, la logistica, lo sviluppo del
mercato, la gentilezza di tutti quelli che coordinano i lavori, sul piano dei contenuti
il Festival è per pubblico e addetti ai lavori un luogo dove i film commuovono e divertono
ricordando allo spettatore il peso e la speranza della condizione umana. (A cura
di Luciano Barisone)