2010-02-10 15:46:56

La comunicazione nella cultura della solidarietà al centro della “Carta di Porto Alegre”


“I processi di comunicazione, la cultura della solidarietà”. Riflettendo su questo tema, operatori della comunicazione, giornalisti, ricercatori e insegnanti hanno redatto la “Carta di Porto Alegre”. Il documento è stato presentato al termine dell’incontro di comunicatori cattolici tenutosi a Porto Alegre, in Brasile, e denominato “Mutirão de Comunicação América Latina e Caribe”. “Siamo comunicatori di solidarietà” e condividiamo “il dolore, le crisi, le gioie e le speranze dei nostri fratelli e sorelle”. “Per questo motivo e anche nell’attuale crisi di civiltà - si legge nel documento ripreso dall’Osservatore Romano – abbiamo il coraggio di pensare e sognare, alimentando l’utopia e la speranza”. Nelle sue linee portanti la Carta di Porto Alegre richiama ad uno sforzo comune per una comunicazione orientata al rispetto dell’inviolabile dignità della persona umana, alla solidarietà e alla costruzione della pace. I firmatari del documento si dicono “uniti nell’impegno della condivisione della responsabilità con i cittadini che si battono per la dignità, la giustizia e la difesa di una democrazia in grado di garantire libertà, giustizia e attenzione alle fasce più deboli della società”. Si tratta di un impegno sociale e politico per realizzare un sogno fondato sul ricco bagaglio culturale e religioso accumulato nel corso degli anni. “Un patrimonio – si legge nel documento – incarnato dai nostri popoli, soprattutto gli indigeni, i neri e gli immigrati che costituiscono una fascia di persone troppo spesso trascurata”. Questo ricco patrimonio, insieme con la vitalità dei movimenti ecclesiali e sociali, “è garanzia di un nuovo futuro e di speranza”. Alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa e in base alle personali conoscenze e sensibilità, i firmatari della Carta di Porto Alegre auspicano “una comunicazione liberata da ogni tipo di oppressione e discriminazione”. La Carta di Porto Alegre si conclude con un appello agli operatori della comunicazione, chiamati a rendere visibile la cultura della solidarietà, a porsi sempre dalla parte dei poveri, a favorire il dialogo per perseguire la pace e la giustizia. (A.L.)







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