La Chiesa vietnamita apre un centro per bambini sieropositivi
L’arcidiocesi di Saigon, in Vietnam, ha aperto un centro specializzato per la cura
di bambini affetti da Hiv e Aids conclamato. Il centro ospita fino a 60 malati, che
hanno contratto il virus dai genitori. Il più piccolo ha sei mesi, il più grande 16
anni. Si tratta del "Mai Tam Warm Shelter", inaugurato agli inizi dell'anno dal cardinale
Jean-Baptiste Pham Minh Man che, già nel 2004, aveva promosso attività pastorali e
sociali per persone contagiate dal virus. Durante la visita al centro – la cui costruzione
è durata tre anni – il porporato ha regalato doni ai bambini. “Sapete qual è il simbolo
del nuovo anno lunare?” ha chiesto agli ospiti del centro, a pochi giorni dal capodanno
vietnamita che si festeggia il 14 febbraio. “La tigre” hanno risposto in coro i bambini.
“Spero possiate essere forti come la tigre” ha aggiunto il porporato. Il cardinale
Pham Minh Man ha ricordato anche i cinque giovani morti di Aids. Il più piccolo, Peter
Nguyen Bao Kim Nguyen, aveva solo quattro mesi quando è morto. Il più grande, Joseph
Diep Minh Tam di otto anni, è deceduto lo scorso 9 settembre dopo aver lottato tutta
la vita contro la malattia. “Dio ha accolto i bambini in Paradiso… Per questo invito
il popolo cristiano a prendersi cura e ad aiutare questi piccoli più sfortunati”.
Il Mai Tam Warm Shelter – riferisce l’Agenzia Asia News - ospita 60 bambini. I loro
sorrisi, i loro sguardi innocenti, la loro felicità – raccontano gli operatori – alle
volte riescono a far dimenticare la loro terribile malattia. Secondo i dati forniti
dal Comitato di prevenzione e controllo dell’Hiv/Aids di Ho Chi Minh City, alla fine
del 2009 in Vietnam i sieropositivi erano 135.171. Tra questi, 29.134 i casi di Aids
conclamato. Dal 1990 ad oggi sono morte 41.418 persone. Nel 2009 si è registrato un
aumento dell’83% circa nei casi di contagio fra i 20 e i 39 anni. I più colpiti sono
i maschi (82,17%). Lo scorso anno il numero dei bambini contagiati dalla madre si
aggirava attorno ai 60 mila in tutto il Paese, ma solo il 7% circa del totale riceve
cure mediche e aiuti. (A.L.)