Filippine: iniziata in un clima teso la campagna elettorale
Corruzione, povertà, disoccupazione, sono questi i temi della campagna elettorale
iniziata ieri nelle Filippine. Il prossimo 10 maggio oltre 50 milioni di persone voteranno
per scegliere: presidente, vicepresidente, circa 300 deputati nelle due camere del
Congresso e 17.600 politici locali. Queste sono le prime elezioni presidenziali dopo
i 6 anni di governo della presidente uscente Gloria Arroyo. Per evitare i brogli che
hanno caratterizzato le passate edizioni, le elezioni 2010 saranno anche le prime
a godere di un sistema elettronico di conta dei voti. “I candidati devono iniziare
la campagna avendo come scopo quello di servire la nazione – afferma mons. Angel Lagdemeo,
arcivescovo di Jaro – e questo attraverso un’onesta e sincera educazione della popolazione
in merito alla situazione del nostro Paese”. Il prelato si dice preoccupato per il
rischio di violenze, intimidazioni e compravendita dei voti che da sempre caratterizzano
il periodo elettorale. La campagna del 2010 - riferisce l'agenzia AsiaNews - inizia
a pochi mesi dalla strage di Maguindanao avvenuta lo scorso 23 novembre, costata la
vita a 57 sostenitori di Ishmael “Toto” Mangudadatu candidato governatore della Regione
autonoma del Mindanao musulmano. Secondo i dati della polizia, sono già 63 i morti
legati alle elezioni 2010. Il dato conferma il clima di tensione legato alla campagna
elettorale già sperimentato nelle passate edizioni. Nel 2007 erano stati 121 i casi
di omicidio durante la campagna per il rinnovo del congresso; 148 invece nelle elezioni
presidenziali del 2004. “La gente è disgustata dall’attuale clima politico – afferma
padre Carmelo Diola, direttore del Dilaab, fondazione contro la corruzione creata
dalla Chiesa a Cebu city (Mindanao) - esso è caratterizzato da casi irrisolti di corruzione,
brogli, frodi e omicidi”. “I filippini – continua – sognano una società libera, servita
da leader responsabili”. Per aiutare la popolazione a prevenire i brogli e le intimidazioni
la Chiesa ha creato il Parish Pastoral Council for Responsable Voting. In questi giorni
oltre 45mila giovani volontari sono stati inviati nelle varie parrocchie del Paese
che ospitano seggi elettorali. Oltre al controllo sulla conta dei voti, i volontati
avranno il compito di illustrare alla gente le varie modalità di voto. (R.P.)