Simposio internazionale in Vaticano per i 25 anni del Pontificio Consiglio per gli
Operatori Sanitari
500 delegati ed esperti da 35 Paesi di tutto il mondo sono riuniti oggi e domani in
Vaticano, per partecipare al Simposio internazionale promosso dal Pontificio Consiglio
per gli Operatori Sanitari, nell’ambito delle celebrazioni per il 25.mo della nascita
del Dicastero, che si chiuderanno l’11 febbraio, festa della Beata Vergine Maria di
Lourdes, dal cui Santuario oggi pomeriggio giungeranno nella Basilica di Santa Maria
Maggiore a Roma le reliquie di Santa Bernadette, accolte dal cardinale Bernard Francis
Law, arciprete della Basilica Liberiana, alla presenza del sindaco capitolino Gianni
Alemanno. Il servizio di Roberta Gisotti:
Ad aprire
i lavori del Simposio, nell’Aula nuova del Sinodo, il presidente del Pontificio Consiglio
per la Pastorale della Salute, l’arcivescovo Zygmunt Zimowski
che ha portato il suo saluto alla variegata platea di personalità ecclesiastiche e
politiche, cardinali e vescovi, ambasciatori e ministri, insieme ad accademici, operatori
sanitari, volontari, studenti e rappresentanti di altre religioni, tutti chiamati
a riflettere sul significato della sofferenza umana, a partire dalla Lettera pastorale
di Giovanni Paolo II, “Salvifici Doloris”, una ‘perla’ da scrutare con rinnovato interesse,
ha esortato il presule: "A 25 anni di distanza, è doveroso ma anche proficuo
soffermarsi a rileggere con la dovuta attenzione il documento pontificio e chiedersi
quali siano state l'ampiezza e l'efficacia del suo impatto reale sulla vita della
Chiesa nella sua varia ed articolata struttura, in rapporto alla pastorale del mondo
della sofferenza, della malattia e della salute. Inoltre, diventa imperativo dopo
un quarto di secolo fare il raffronto tra le sfide di ieri, cui intendeva rispondere
la "Salvifici Doloris", il cammino finora percorso, e le problematiche odierne e future
del mondo sanitario, cui i credenti di oggi come quelli di domani sono chiamati a
confrontarsi correttamente alla loro fede in Cristo". A prendere quindi
la parola è stato l’arcivescovoGianfranco Ravasi,
presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: "Il dolore,
si dice in questa Lettera, è essenziale alla natura dell'uomo; è inseparabile dall'esistenza
terrena dell'uomo. Detto in altri termini, il dolore spiega l'identità nostra di creature;
il dolore è la nostra carta d'identità, è la nostra specificità. Perché? Perché rappresenta
il limite della creatura, che è di sua natura finita, che di sua natura è anche colpevole.
C'è anche il gioco della libertà; quindi ci sono due volti nel dolore, nel soffrire:
il volto della sofferenza fisica, psicologica e il volto della sofferenza morale,
del dolore morale, del male morale". Ad arricchire il dibattito,
la mattinata si è chiusa con una Tavola Rotonda sulla concezione del dolore e della
sofferenza nella religione ebraica, induista, islamica e buddista, cui hannopartecipato
Gianfranco Di Segni, Arvind K. Singhal, Abdelah Redouane e Huei Kai.