L’ala di Al Qaeda basata nello Yemen ha chiamato tutti i musulmani della penisola
arabica alla jihad contro i cristiani e gli ebrei presenti nella regione attraverso
un messaggio audio diffuso su internet del numero due dell’organizzazione, Saeed al-Shehri.
Lo Yemen, dunque, si conferma un Paese strategico per l’organizzazione terroristica,
che vuole prendere il controllo dello stretto di Aden, passaggio obbligato per le
petroliere che trasportano greggio dal Mar Rosso all’Oceano Indiano. Salvatore
Sabatino ne ha parlato con Emanuele Schibotto, coordinatore editoriale
della rivista di Geopolitica e Relazioni Internazionali Equilibri.net.
R. – Lo Yemen
sta diventando - secondo gli esperti - la roccaforte di Al Qaeda perché in Afghanistan
soffre di gravi deficienze economiche, finanziarie e logistiche. In Iraq è lo stesso:
Al Qaeda è presente dopo la caduta di Saddam Hussein, ma sta subendo la strategia
americana e della Nato.
D. – Si ha l’impressione
che Al Qaeda sia sempre più interessata a prendere il controllo del Corno d’Africa.
Perché è così importante?
R. – E’ importante da un
punto di vista strategico; vediamo quale è il traffico commerciale che c’è al largo
delle coste della Somalia ed è molto importante anche lo Yemen. E' molto importante
controllare questa regione La Somalia e lo Yemen sono i due punti caldi del terrorismo,
sui quali Paesi gli americani stanno investendo risorse molto importanti. Questi due
Paesi, e in parte il Pakistan, dimostrano la strategia di Al Qaeda di andare a cercarsi
gli Stati cosiddetti 'falliti', quei Paesi che formalmente detengono ancora personalità
giuridica internazionale ma che in realtà non hanno un effettivo controllo sulla maggioranza
del territorio. La strategia di Al Qaeda è di andarsi a cercare uno Stato a maggioranza
musulmana dove poter fare proselitismo, uno Stato povero e un Paese con un governo
centrale assente, o comunque se non assente connivente, o con gravi deficit a livello
di controllo.