Costa Rica: no alla nomina dei professori di religione da parte della Chiesa
I giudici della IV Sezione del Tribunale costituzionale del Costa Rica, dopo lunghe
delibere, e accogliendo un ricorso di un privato, con quattro voti contro tre, ha
sancito giorni fa che la Chiesa cattolica non ha più il diritto a nominare o vietare
la nomina dei professori di religione. Previamente, il medesimo tribunale aveva annullato
l’articolo 34 della legge sulla carriera dei docenti del 1972 che stabiliva precisamente
che per essere nominato professore di religione occorreva un esplicito nulla osta
della Conferenza episcopale costaricense. Il non riconoscimento della “missio canonica”
che sino ad oggi consentiva ai vescovi il rilascio di quest’autorizzazione per la
nomina di professori di religione nelle scuole dipendenti dal Ministero della Pubblica
Istruzione, secondo quanto si osserva sulla stampa del Paese centroamericano, potrebbe
creare una “querelle” giuridica poiché lo Stato del Costa Rica, così come accade nella
maggioranza dei Paesi latinoamericani, in passato ha firmato con la Chiesa cattolica
degli accordi con lo scopo di definire i requisiti che deve avere una persona che
aspira a fare l’insegnante di religione cattolica. Randall Trejos Alvarado, la persona
che ha presentato il ricorso presso il Tribunale costituzionale, tramite i suoi avvocati
ha sostenuto che quest’articolo di legge concedeva alla Chiesa locale di intromettersi
negli affari dello Stato e al tempo stesso favoriva una sorta di “licenziamento nascosto”
al di fuori delle norme legali. Ma sembra che la vicenda avrà ancora qualche coda
giuridica poiché non sono pochi coloro che contestano la costituzionalità della soppressione
dell’articolo 34 deciso dalla maggioranza dei giudici della IV Sezione. (L.B.)