Sudafrica: alla Chiesa cattolica la gestione di un programma internazionale contro
l'Aids
“Questo evento premia l’impegno e i risultati della Chiesa cattolica nel prendersi
cura della più vasta popolazione del mondo colpita dal virus Hiv” ha affermato Ruth
Stark rappresentante del Crs (Catholic Relief Services, la Caritas degli Stati Uniti)
in Sudafrica, nel corso di una cerimonia svoltasi a Johannesburg. L’evento - riferisce
l'agenzia Fides - si riferisce al trasferimento della gestione del programma AidsRelief
dalle mani del Crs a quelle della Southern African Catholic Bishops’ Conference (Sacbc,
la conferenza episcopale che riunisce i vescovi di Sudafrica, Botswana e Swaziland).
AidsRelief fornisce cura e assistenza a più di 60mila persone nei tre Paesi dell’Africa
australe, dove si registra la più alta incidenza di infezioni da virus Hiv. Il programma
è finanziato dal President’s Emergency Plan for Aids Relief, i cui fondi sono inviati
in Sudafrica attraverso il Crs. “Siamo orgogliosi e grati delle persone che lavorano
sul campo, fornendo cure ai bambini a livello locale. È qui che la dedizione e l’impegno
del nostro personale, specializzato e non, si mostra all’altezza di incredibili sfide,
spesso in circostanze difficili. È l’impegno e il duro lavoro di queste persone che
tiene insieme il tutto” ha detto suor Alison Munro, responsabile dell’ufficio Aids
della Sacbc. Nel suo intervento, suor Alison ha ricordato la storia degli ultimi 10
anni dell’ufficio Aids della Conferenza episcopale dell’Africa australe, che ha il
compito di coordinare gli sforzi della Chiesa cattolica in Sudafrica, Botswana e Swaziland
a favore delle persone colpite dalla malattia. La religiosa ha inoltre sottolineato
che assistono la Chiesa sudafricana in questa opera, oltre al Crs, anche altri organismi
cattolici Cordaid (Olanda), Trocaire (Irlanda) e Cafod (Inghilterra e Galles). Il
programma è rivolto soprattutto ai bambini e, pur rimanendo “una goccia nell’oceano”,
come ha ricordato suor Alison, “il suo effetto a cascata è impossibile da misurare”.
Grazie alla distribuzione gratuita di medicinali antiretrovirali, la maggior parte
delle persone inserita nel programma sopravvivono e sono in grado di vivere un’esistenza
dignitosa. (R.P.)