Presidenziali in Ucraina: il leader filorusso Yanukovich verso la vittoria
In Ucraina il risultato finale del secondo turno delle presidenziali, tenutesi ieri,
verrà annunciato domani. Ma con il 97,83 % delle schede scrutinate alle due di questo
pomeriggio, la vittoria di Viktor Yanukovich, leader dell’opposizione ucraina filo-russa,
appare scontata. A nulla sono valse le proteste del premier, la signora Tymoshenko,
che ha denunciato irregolarità nei voti: il presidente della commissione elettorale
centrale ha infatti annunciato che il ballottaggio è valido. In questo clima d’incertezza,
dunque, si attende la pubblicazione dei dati ufficiali, che avverrà il 17 febbraio
prossimo. A Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana ed esperto
di Europa orientale, Stefano Leszczynski ha chiesto come si presenti il futuro
prossimo dell’Ucraina:
R. – Temo
che il futuro prossimo dell’Ucraina somigli tristemente al suo passato prossimo, che
è fatto di elezioni tenute, poi annullate, e di una rissa politica permanente che
impediscono, poi, un dibattito politico vero per un Paese che, non dimentichiamolo,
è sull’orlo della bancarotta più totale. Nel 2009 il prodotto interno lordo è calato
di oltre il 14 per cento e la produzione industriale è calata di oltre il 25 per cento.
In ogni caso, questa elezione è la sepoltura della cosiddetta Rivoluzione Arancione
e delle speranze che aveva suscitato.
D. – C’è il
rischio di tornare a quel clima di scontro della Rivoluzione Arancione?
R.
– E’ difficile a dirsi. Ci sono alcuni scenari possibili. Uno è che si ripeta quanto
successo nel 2004, ma a parti invertite. Io non credo che oggi la Timoshenko possa
avere la forza di “rioccupare” Kiev con una manifestazione a proprio favore. E’ persino
più possibile che sia Yanukovich a portare la gente in piazza per difendere il risultato
che lo vede vincitore. Io credo che proprio in questo momento vada riconosciuto almeno
un merito alla Rivoluzione Arancione: quello di ridare dignità completa al processo
democratico e quindi anche al meccanismo elettorale, in un Paese dove la trasparenza
del potere è sempre stata assai scarsa.
D. – Molti
analisti parlano di un nuovo legame con Mosca...
R.
– In realtà, questa è una delle pochissime buone notizie, entro certi limiti, perché
uno dei problemi del recente passato dell’Ucraina è stato proprio quello di aver lanciato
una forsennata politica antirussa, che l’Ucraina non può in alcun modo permettersi.
Non se la può permettere perché tutte le sue forniture energetiche arrivano dalla
Russia. La Russia conta per l’economia dell’Ucraina per il 25 per cento sia dell’import
che dell’export. Un Paese in queste condizioni, che si lancia in una politica ostile
al Paese - che sostanzialmente tiene in piedi la sua economia - è uno Stato politicamente
miope e, dal punto di vista economico, suicida.