2010-02-08 15:21:22

Messico: il cardinale Rivera rinnova l’appello per un fronte comune contro la criminalità


Ricordando spaventosi fatti di violenza accaduti in quest’ultima settimana a Ciudad Juárez, Chihuahua, Torreón e Coahuila, il cardinale di Città del Messico arcivescovo Norberto Rivera ha definito ieri la situazione del Paese “drammatica e preoccupante” anche perché “si sta distruggendo il nostro tessuto sociale”. Il porporato, nella nota editoriale della rivista della sua arcidiocesi “Desde la Fe”, ha rilevato che la situazione è molto complessa e che nessuno ha la soluzione magica ma, al tempo stesso, ha osservato che occorre non fermarsi cercando il più ampio consenso sia per reprimere sia per prevenire la violenza dilagante. “E’ chiaro, ha aggiunto, che sono molto di più le vittime di questa violenza che i criminali” e da qui si deve partire per organizzare un “fronte comune di lotta contro il crimine” per restituire alle famiglie sicurezza e certezza. “La famiglia e i diritti umani, ha osservato il cardinale Norberto Rivera, sono valori fondamentali sui quali lo stato ha il dovere di vegliare con la massima attenzione”, soprattutto quando il tessuto sociale viene dilaniato “da bande giovanili e gruppi criminali che si sono spinti fino alla barbarie”. In Messico, ha sottolineato il porporato questa violenza colpisce persone innocenti, sconvolge i valori culturali e gli aneliti di pace e progresso. “Ecco perché occorre con urgenza mettere in atto programmi globali di prevenzione capace di motivare ogni slancio morale, religioso e civico”. Un’attenzione speciale, ha spiegato, “va attribuita al lavoro, soprattutto a quello che si deve creare e offrire ai giovani prima che, disperati e disorientati, finiscano nelle reti di questa delinquenza”. La nota chiede “programmi sociali per dare lavoro ai giovani”. E’ urgente, precisa l’editoriale, “un cambiamento nella strategia contro il narcotraffico” tenendo sempre presente che con il lavoro si può strappare al traffico della droga migliaia di giovani. Se le azioni di repressione, giuste e necessarie, non sono accompagnate da programmi sociali di prevenzione, recupero e riabilitazione, l’intera stratega contro la violenza può fallire, sottolinea la nota dell’arcivescovo che insiste sul fatto che l’intera nazione, popolo e autorità, devono assumere l’impegno di educare “ai valori morali, etici e religiosi autentici affinché questi grandi principi “possano fiorire anche tra coloro che oggi vivono sotto il dominio della legge della giungla e che conservano nel proprio cuore odio,vendetta e desiderio di ricchezza facile”. (A cura di Luis Badilla)







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