Costa Rica: per la prima volta eletta una donna alla presidenza
Laura Chinchilla è la prima donna eletta presidente in Costa Rica. Ha vinto le presidenziali
tenutesi ieri nel Paese centroamericano conquistando il 47% dei consensi. E’ esponente
del Partito di Liberazione Nazionale, lo stesso del presidente uscente Oscar Arias.
E’ cattolica e ha più volte espresso la propria opposizione a riforme in contrasto
con il magistero della Chiesa. Sul significato di questa affermazione elettorale ascoltiamo,
al microfono di Amedeo Lomonaco, il nostro collega Luis Badilla, esperto
di questioni latinoamericane:
R. – Dopo
Violeta Chamorro in Nicaragua negli anni Ottanta e Mireya Moscoso a Panama negli anni
Novanta, Laura Chinchilla è la terza donna presidente in Centro-America.
Anche nel suo discorso di ringraziamento, questa notte, ha detto di ritenere la propria
elezione “un assegno non in bianco”. “Vorrei che tutti capissero – ha aggiunto Laura
Chinchilla - che io sono qua per fare la volontà della maggioranza del Paese, in particolare
la volontà delle donne e quindi mi attendo dalle donne del Costa Rica un sostegno
non solo incondizionato ma anche critico”. D. – Su quali basi
si fonda questa vittoria? R. – Lei ha affrontato, in particolare
durante la fase finale della campagna, due problemi particolarmente a cuore dei costaricensi.
Il primo riguarda la violenza cittadina che è molto singolare in Costa Rica, che
è uno Stato abbastanza sereno dal punto di vista della convivenza civile. Poi c’è
il problema della crescita della povertà. Quando lei ha affrontato questi due problemi,
dal punto di vista della crisi economica globale, ha avuto una crescita di consensi
notevole in tutti gli strati della popolazione, sia nelle classi popolari sia nei
ceti medi. D. – E facendo riferimento al programma di Laura
Chinchilla, quale futuro politico ed economico attende adesso il Costa Rica? R.
– Le sfide sono importanti. Questa notte lei stessa, rivolgendosi al popolo, ha sottolineato
tre impegni immediati: l’educazione, la salute ed il problema dell’insicurezza cittadina,
ricordando che il Paese ha un 20-21 per cento di poveri ed oltre un 10 per cento di
disoccupati. Ha poi aggiunto una cosa importante. Ha detto che ha vinto ma con una
minoranza nel Paese. Ha raggiunto cioè il 47 per cento dei voti e questo vuol dire
che il restante 53 per cento del Paese non l’ha votata. Quindi ha voluto mettere in
evidenza un impegno al dialogo con coloro che non l’hanno sostenuta. D.
– Possiamo quindi aspettarci anche dei cambiamenti rispetto alla linea del presidente
uscente, Oscar Arias, che è del suo stesso partito… R. – C’è
senz’altro un cambio di stile. Il presidente uscente Oscar Arias è un uomo molto schivo,
di difficili rapporti con l’opinione pubblica, un “lavoratore nascosto” come lui stesso
si definisce. Laura Chinchilla sembra invece più aperta al dialogo, ricorda molto
lo stile del governo cileno di Michelle Bachelet.