Ahmadinejad annuncia collaborazione sul nucleare: al via l’arricchimento dell’uranio
Teheran “è pronta a cooperare” con la comunità internazionale “nel campo dell'arricchimento”
dell’uranio e, comunque, eventuali sanzioni contro la Repubblica islamica “non serviranno”.
Queste le ultime dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad, che soltanto nelle
ultime ore aveva ordinato l'avvio dell'arricchimento dell'uranio al 20% a partire
da domani nella centrale di Natanz. E sempre nelle ultime ore c’è da dire che Teheran
ha annunciato l’intenzione di costruire 10 nuovi siti per l'arricchimento dell'uranio
entro il prossimo anno. Ma che significato assume la decisione di Teheran di accelerare
i propri programmi atomici? Risponde Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica
all’Università Cattolica di Milano, intervistato da Giada Aquilino.
R. – Da una
parte sostanziale. Da un'altra parte di schermaglia, in questa ormai interminabile
partita a scacchi, che dura da anni, con la comunità internazionale. La parte sostanziale
è che si decide di arricchire l’uranio dal 4 per cento - che diciamo è la misura minima,
per utilizzarlo come combustibile per future centrali nucleari - ad una soglia più
alta, il 20 per cento. Tecnicamente questo è reso necessario dal fatto che l’Iran
ha un reattore di ricerca che utilizza appunto come combustibile questo uranio al
20 per cento. Perché questo preoccupa molto la comunità internazionale? Perché passare
dal 4 al 20 per cento significa avvicinarsi alla soglia che è superiore al 90 per
cento dell’uranio arricchito per fini militari.
D. – Ecco, ma poi effettivamente,
Teheran ha le capacità tecniche per arrivare a costruire la bomba atomica? R.
– In questi anni di ricerche, l’Agenzia atomica non ha mai trovato una prova definitiva
di un programma militare nucleare clandestino. Il fatto diarricchire
l’uranio a scopi civili è sicuramente servito molto a Teheran per sviluppare delle
tecnologie “dual use”, che possono essere utilizzate sia a scopi civili, sia a fini
militari. In questi anni l’Iran sembra aver affinato la propria capacità teorica.
Che poi ci sia la volontà davvero di arrivare ad un ordigno, di questo non vi è la
certezza. Molti analisti pensano che l’Iran voglia raggiungere quella che viene chiamata
una deterrenza teorica, cioè avere la possibilità di costruire una bomba e farlo capire
alla comunità internazionale, senza poi costruirla veramente. Esplosione
in una centrale elettrica nel Connecticut: almeno 5 morti Dolore e apprensione
negli Stati Uniti a seguito dell’esplosione avvenuta ieri nella centrale elettrica
di Middletown, nel Connecticut. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, parla
di cinque morti accertati, 12 operai ricoverati, ma ancora un numero imprecisato di
persone che manca all'appello. La struttura era in fase di collaudo. Ce ne parla Giancarlo
La Vella:
“Non sappiamo
esattamente quanti operai si trovavano nell'impianto al momento dell'esplosione”.
Le parole del sindaco di Middletown, l’italo-americano Sebastian Giuliano, giungono
al termine di una giornata di confusione, a causa della grande incertezza, concretizzatasi
dopo che sono stati diffusi i particolari della vicenda: la struttura era in fase
di collaudo, ed in quel momento era affollata da un numero imprecisato di tecnici,
100 o 200, giunti nella centrale per effettuare gli opportuni controlli. Su una cosa
non ci sono dubbi: l’esplosione – causata da una fuga di gas – è stata fortissima,
tanto da essere avvertita a 15 chilometri di distanza. C’è anche chi ha pensato ad
un terremoto. E mentre si scava sotto le macerie, anche con l’ausilio delle unità
cinofile, gli inquirenti sono al lavoro per capire che cosa sia accaduto realmente
e per ravvisare eventuali responsabilità. Sembra, comunque, esclusa la matrice terroristica.
L’episodio sta destando forte apprensione anche a molti chilometri di distanza: per
l’esattezza nella cittadina siciliana di Melilli, dalla quale, nei primi anni del
'900, partì un consistente flusso migratorio alla volta proprio di Middletown, dove
oggi esiste una folta colonia di melillesi ormai di quarta e quinta generazione. Tutti
attendono con ansia notizie dei propri cari. In Iran, sei anni
di carcere all’ex viceministro degli Esteri del governo di Khatami Un importante
attivista riformista iraniano, l'ex vice ministro degli Esteri Mohsen Aminzadeh, è
stato condannato a sei anni di reclusione nell'ambito dei processi per le proteste
seguite alla rielezione del presidente Ahmadinejad, l'estate scorsa. Aminzadeh, che
aveva occupato la carica di governo durante la presidenza del riformista Mohammad
Khatami, è stato riconosciuto colpevole di partecipazione a raduni illegali, azioni
contro la sicurezza nazionale e propaganda contro il sistema islamico. La stessa condanna
a sei anni di reclusione è già stata inflitta ad altri ex membri del governo di Khatami
arrestati lo scorso anno. Fra loro, l'ex portavoce dell'esecutivo, Abdollah Ramezanzadeh,
l'ex vice presidente Mohammad Ali Abtahi e l'ex vice ministro dell'Industria, Mohsen
Safai-Farahani, che in passato è stato anche presidente della Federcalcio. Inoltre,
nelle ultime 24 ore altri dieci giornalisti sono stati arrestati, in vista dell'anniversario
della rivoluzione, l'11 febbraio, quando l'opposizione intende tornare a manifestare
nelle piazze. Lo hanno reso noto oggi mezzi di stampa riformisti, sottolineando che
salgono così a oltre 50 i giornalisti in carcere. Tra gli arrestati delle ultime ore
figurano anche giornalisti di mezzi d'informazione ufficiali o semi-ufficiali. Tra
questi, Mahsa Jazini, che lavora per il quotidiano governativo 'Iran', Ahmad Jalali-Farahani,
capo del servizio affari sociali dell'agenzia conservatrice Mehr, e Zeinab Kazemkha,
redattrice della sezione artistica dell'agenzia Isna. In carcere sono finiti anche
Akbar Montajabi, responsabile della redazione politica della rivista 'Iran Dokht',
e il fotografo Amir Sadeghi, accusato di avere diffuso immagini degli scontri del
27 dicembre scorso, quando, nella ricorrenza sciita dell'Ashura, manifestazioni dell'opposizione
vennero represse con un bilancio di almeno otto morti.
Afghanistan Due
soldati appartenenti alla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf)
in Afghanistan sono morti ieri nel sud del Paese. Dall'inizio dell'intervento nel
2001, sono 1.628 i militari della Coalizione internazionale morti in Afghanistan.
Sempre ieri, sconosciuti, probabilmente talebani, hanno fatto saltare in aria un gasdotto
in costruzione ad ovest di Quetta, capoluogo della provincia pakistana del Beluchistan.
Il gasdotto, si è appreso, non era ancora in servizio, per cui non vi è stata alcuna
interruzione di gas in città. La polizia ha aperto un’inchiesta per cercare di risalire
agli autori dell'attentato.
Stampa israeliana: Abu Mazen accetta proposta
Usa per la ripresa di negoziati Il presidente dell'Anp Abu Mazen (Mahmud Abbas)
accetta la proposta statunitense di intraprendere con Israele “colloqui in prossimita”'
('proximity talks') con la mediazione attiva di George Mitchell, l'emissario per il
Medio Oriente del presidente Obama. Lo afferma oggi con grande evidenza il quotidiano
"Haaretz" secondo cui per il momento Abu Mazen si è limitato a chiedere ulteriori
chiarimenti sul progetto anche se - assicura il giornale israeliano - ha già dato
un assenso di principio. Secondo "Haaretz", Mitchell dovrebbe in futuro convocare
in stanze separate nel medesimo edificio due rappresentanti, uno palestinese e l'altro
israeliano, e scambiare fra di loro documenti. Da ambienti vicini al premier israeliano
Benyamin Netanyahu, "Haaretz" ha appreso che questi contatti potrebbero iniziare entro
la fine del mese.
Arresti in Egitto tra i membri dei Fratelli Musulmani Le
forze di sicurezza egiziane hanno compiuto oggi all'alba una retata tra i membri della
confraternita dei Fratelli Musulmani, arrestando anche il numero due. Lo riferisce
il sito dell'organizzazione, formalmente al bando nel Paese. Tra i quadri arrestati
figurano, oltre al numero due Mahmoud Ezzat, anche membri dell'ufficio politico della
direzione Essam El Eryane e Abdel Rahman El Bar, professore dell'università di al
Azhar. Secondo la stessa fonte altri dieci quadri sono stati arrestati nei governatorati
del Cairo, Giza, Charkieh, Assiout, Alessandria e Gharbieh.
Somalia Truppe
etiopiche con mezzi blindati sembra abbiano fatto irruzione in due cittadine della
Somalia vicino al confine, arrestando diverse persone descritte come familiari di
un membro locale di Shabaab, la milizia integralista islamica che imperversa in tutto
il Paese ed è considerata il braccio somalo di Al Qaeda. Le cittadine sono quelli
di El Barde e Yeed. Le truppe etiopiche entrarono in Somalia in forze alla fine del
2006 a sostegno del governo somalo per contrastare i miliziani delle Corti islamiche
ed hanno lasciato il Paese nel gennaio del 2009, anche se hanno compiuto successivamente
almeno un’incursione oltreconfine lo scorso maggio.
Borsa di Atene in rialzo La
Borsa di Atene è stamane in rialzo. Dopo le prime contrattazioni l'Indice Generale
fa segnare guadagni di circa lo 0,60%. Il mercato resta tuttavia assai volatile in
attesa delle misure fiscali e pensionistiche che il governo si appresta a definire
nel quadro del piano di risanamento. Intanto, continua la protesta degli agricoltori,
entrata nella quarta settimana, anche se una parte dei lavoratori ha tolto le barricate.
Mercoledi vi sarà lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dal sindacato dei dipendenti
pubblici contro il piano di austerità. Giovedi seguirà uno sciopero convocato dal
sindacato comunista Pame e il 24 febbraio incroceranno le braccia i lavoratori del
settore privato. La settimana scorsa la Borsa aveva chiuso con un bilancio fortemente
negativo con perdite pari all'8,27% e l'Indice era sceso ben sotto la soglia critica
dei 2000 punti, attestandosi a 1878.
Almeno 30 militari morti a causa di
una valanga nel Kashmir Almeno 30 militari indiani sarebbero sepolti sotto
la valanga caduta oggi sulla base avanzata di Gujjar Hut, nel montagnoso Stato indiano
del Kashmir. I cadaveri recuperati sono 17, le persone estratte vive dalla neve in
vita sono 70, e dunque una trentina dovrebbero ancora essere sepolte. Nella zona è
in corso una intensa nevicata che rende difficile il lavoro dei soccorritori. Sembra
che fra le vittime ci sia un ufficiale dell'esercito e che la valanga sia caduta dalla
vetta del Khilanmarg, montagna cara agli appassionati dello sci.
Attentato
ad un convoglio ferroviario nello Stato di Orissa: nessuna vittima Un commando
maoista indiano ha fatto saltare oggi un tratto della linea ferroviaria nelle vicinanze
di Rourkela (Stato centro-orientale di Orissa), causando il deragliamento di un treno
merci e la paralisi dei trasporti fra Howrah e Mumbai. Lo scrive l'agenzia di stampa
Pti. L'incidente, che avviene nel secondo giorno di uno sciopero di 72 ore decretato
dai maoisti (denominati anche naxaliti), in segno di protesta per una possibile offensiva
dell'esercito indiano nella zona, è stato confermato dal capostazione di Rourkela,
S.K. Panda. I media indiani sostengono che lo sciopero per protestare contro l'operazione
dell'esercito denominata "Caccia verde", indetto dai naxaliti con scarsi risultati
negli Stati di Bihar, Jharkhand, Orissa, West Bengala e Chhattisgarh, terminerà domani.
Spettacolare
lancio dello shuttle Endeavour Lo shuttle Endeavour è in viaggio verso la Stazione
Spaziale Internazionale (Iss) portando i due grandi moduli che la completeranno per
la parte europea. La missione, chiamata Sts-130, apre una nuova pagina nella storia
della stazione orbitale: completata la costruzione, adesso si tratta di utilizzarla
per i prossimi 10 anni e probabilmente oltre. Dopo il rinvio imposto ieri da uno spesso
strato di nuvole, oggi lo shuttle Endeavour ha dato spettacolo: l'ultimo lancio notturno
della navetta americana (i quattro che mancano avverranno di giorno) ha illuminato
il cielo e la lunga scia luminosa è stata imponente. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza) Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 39 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.