2010-02-08 15:25:01

Ahmadinejad annuncia collaborazione sul nucleare: al via l’arricchimento dell’uranio


Teheran “è pronta a cooperare” con la comunità internazionale “nel campo dell'arricchimento” dell’uranio e, comunque, eventuali sanzioni contro la Repubblica islamica “non serviranno”. Queste le ultime dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad, che soltanto nelle ultime ore aveva ordinato l'avvio dell'arricchimento dell'uranio al 20% a partire da domani nella centrale di Natanz. E sempre nelle ultime ore c’è da dire che Teheran ha annunciato l’intenzione di costruire 10 nuovi siti per l'arricchimento dell'uranio entro il prossimo anno. Ma che significato assume la decisione di Teheran di accelerare i propri programmi atomici? Risponde Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica all’Università Cattolica di Milano, intervistato da Giada Aquilino.RealAudioMP3

R. – Da una parte sostanziale. Da un'altra parte di schermaglia, in questa ormai interminabile partita a scacchi, che dura da anni, con la comunità internazionale. La parte sostanziale è che si decide di arricchire l’uranio dal 4 per cento - che diciamo è la misura minima, per utilizzarlo come combustibile per future centrali nucleari - ad una soglia più alta, il 20 per cento. Tecnicamente questo è reso necessario dal fatto che l’Iran ha un reattore di ricerca che utilizza appunto come combustibile questo uranio al 20 per cento. Perché questo preoccupa molto la comunità internazionale? Perché passare dal 4 al 20 per cento significa avvicinarsi alla soglia che è superiore al 90 per cento dell’uranio arricchito per fini militari.

D. – Ecco, ma poi effettivamente, Teheran ha le capacità tecniche per arrivare a costruire la bomba atomica?
 
R. – In questi anni di ricerche, l’Agenzia atomica non ha mai trovato una prova definitiva di un programma militare nucleare clandestino. Il fatto di arricchire l’uranio a scopi civili è sicuramente servito molto a Teheran per sviluppare delle tecnologie “dual use”, che possono essere utilizzate sia a scopi civili, sia a fini militari. In questi anni l’Iran sembra aver affinato la propria capacità teorica. Che poi ci sia la volontà davvero di arrivare ad un ordigno, di questo non vi è la certezza. Molti analisti pensano che l’Iran voglia raggiungere quella che viene chiamata una deterrenza teorica, cioè avere la possibilità di costruire una bomba e farlo capire alla comunità internazionale, senza poi costruirla veramente.
 
Esplosione in una centrale elettrica nel Connecticut: almeno 5 morti
Dolore e apprensione negli Stati Uniti a seguito dell’esplosione avvenuta ieri nella centrale elettrica di Middletown, nel Connecticut. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, parla di cinque morti accertati, 12 operai ricoverati, ma ancora un numero imprecisato di persone che manca all'appello. La struttura era in fase di collaudo. Ce ne parla Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

“Non sappiamo esattamente quanti operai si trovavano nell'impianto al momento dell'esplosione”. Le parole del sindaco di Middletown, l’italo-americano Sebastian Giuliano, giungono al termine di una giornata di confusione, a causa della grande incertezza, concretizzatasi dopo che sono stati diffusi i particolari della vicenda: la struttura era in fase di collaudo, ed in quel momento era affollata da un numero imprecisato di tecnici, 100 o 200, giunti nella centrale per effettuare gli opportuni controlli. Su una cosa non ci sono dubbi: l’esplosione – causata da una fuga di gas – è stata fortissima, tanto da essere avvertita a 15 chilometri di distanza. C’è anche chi ha pensato ad un terremoto. E mentre si scava sotto le macerie, anche con l’ausilio delle unità cinofile, gli inquirenti sono al lavoro per capire che cosa sia accaduto realmente e per ravvisare eventuali responsabilità. Sembra, comunque, esclusa la matrice terroristica. L’episodio sta destando forte apprensione anche a molti chilometri di distanza: per l’esattezza nella cittadina siciliana di Melilli, dalla quale, nei primi anni del '900, partì un consistente flusso migratorio alla volta proprio di Middletown, dove oggi esiste una folta colonia di melillesi ormai di quarta e quinta generazione. Tutti attendono con ansia notizie dei propri cari.
 
In Iran, sei anni di carcere all’ex viceministro degli Esteri del governo di Khatami
Un importante attivista riformista iraniano, l'ex vice ministro degli Esteri Mohsen Aminzadeh, è stato condannato a sei anni di reclusione nell'ambito dei processi per le proteste seguite alla rielezione del presidente Ahmadinejad, l'estate scorsa. Aminzadeh, che aveva occupato la carica di governo durante la presidenza del riformista Mohammad Khatami, è stato riconosciuto colpevole di partecipazione a raduni illegali, azioni contro la sicurezza nazionale e propaganda contro il sistema islamico. La stessa condanna a sei anni di reclusione è già stata inflitta ad altri ex membri del governo di Khatami arrestati lo scorso anno. Fra loro, l'ex portavoce dell'esecutivo, Abdollah Ramezanzadeh, l'ex vice presidente Mohammad Ali Abtahi e l'ex vice ministro dell'Industria, Mohsen Safai-Farahani, che in passato è stato anche presidente della Federcalcio. Inoltre, nelle ultime 24 ore altri dieci giornalisti sono stati arrestati, in vista dell'anniversario della rivoluzione, l'11 febbraio, quando l'opposizione intende tornare a manifestare nelle piazze. Lo hanno reso noto oggi mezzi di stampa riformisti, sottolineando che salgono così a oltre 50 i giornalisti in carcere. Tra gli arrestati delle ultime ore figurano anche giornalisti di mezzi d'informazione ufficiali o semi-ufficiali. Tra questi, Mahsa Jazini, che lavora per il quotidiano governativo 'Iran', Ahmad Jalali-Farahani, capo del servizio affari sociali dell'agenzia conservatrice Mehr, e Zeinab Kazemkha, redattrice della sezione artistica dell'agenzia Isna. In carcere sono finiti anche Akbar Montajabi, responsabile della redazione politica della rivista 'Iran Dokht', e il fotografo Amir Sadeghi, accusato di avere diffuso immagini degli scontri del 27 dicembre scorso, quando, nella ricorrenza sciita dell'Ashura, manifestazioni dell'opposizione vennero represse con un bilancio di almeno otto morti.

Afghanistan
Due soldati appartenenti alla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) in Afghanistan sono morti ieri nel sud del Paese. Dall'inizio dell'intervento nel 2001, sono 1.628 i militari della Coalizione internazionale morti in Afghanistan. Sempre ieri, sconosciuti, probabilmente talebani, hanno fatto saltare in aria un gasdotto in costruzione ad ovest di Quetta, capoluogo della provincia pakistana del Beluchistan. Il gasdotto, si è appreso, non era ancora in servizio, per cui non vi è stata alcuna interruzione di gas in città. La polizia ha aperto un’inchiesta per cercare di risalire agli autori dell'attentato.

Stampa israeliana: Abu Mazen accetta proposta Usa per la ripresa di negoziati
Il presidente dell'Anp Abu Mazen (Mahmud Abbas) accetta la proposta statunitense di intraprendere con Israele “colloqui in prossimita”' ('proximity talks') con la mediazione attiva di George Mitchell, l'emissario per il Medio Oriente del presidente Obama. Lo afferma oggi con grande evidenza il quotidiano "Haaretz" secondo cui per il momento Abu Mazen si è limitato a chiedere ulteriori chiarimenti sul progetto anche se - assicura il giornale israeliano - ha già dato un assenso di principio. Secondo "Haaretz", Mitchell dovrebbe in futuro convocare in stanze separate nel medesimo edificio due rappresentanti, uno palestinese e l'altro israeliano, e scambiare fra di loro documenti. Da ambienti vicini al premier israeliano Benyamin Netanyahu, "Haaretz" ha appreso che questi contatti potrebbero iniziare entro la fine del mese.

Arresti in Egitto tra i membri dei Fratelli Musulmani
Le forze di sicurezza egiziane hanno compiuto oggi all'alba una retata tra i membri della confraternita dei Fratelli Musulmani, arrestando anche il numero due. Lo riferisce il sito dell'organizzazione, formalmente al bando nel Paese. Tra i quadri arrestati figurano, oltre al numero due Mahmoud Ezzat, anche membri dell'ufficio politico della direzione Essam El Eryane e Abdel Rahman El Bar, professore dell'università di al Azhar. Secondo la stessa fonte altri dieci quadri sono stati arrestati nei governatorati del Cairo, Giza, Charkieh, Assiout, Alessandria e Gharbieh.

Somalia
Truppe etiopiche con mezzi blindati sembra abbiano fatto irruzione in due cittadine della Somalia vicino al confine, arrestando diverse persone descritte come familiari di un membro locale di Shabaab, la milizia integralista islamica che imperversa in tutto il Paese ed è considerata il braccio somalo di Al Qaeda. Le cittadine sono quelli di El Barde e Yeed. Le truppe etiopiche entrarono in Somalia in forze alla fine del 2006 a sostegno del governo somalo per contrastare i miliziani delle Corti islamiche ed hanno lasciato il Paese nel gennaio del 2009, anche se hanno compiuto successivamente almeno un’incursione oltreconfine lo scorso maggio.

Borsa di Atene in rialzo
La Borsa di Atene è stamane in rialzo. Dopo le prime contrattazioni l'Indice Generale fa segnare guadagni di circa lo 0,60%. Il mercato resta tuttavia assai volatile in attesa delle misure fiscali e pensionistiche che il governo si appresta a definire nel quadro del piano di risanamento. Intanto, continua la protesta degli agricoltori, entrata nella quarta settimana, anche se una parte dei lavoratori ha tolto le barricate. Mercoledi vi sarà lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dal sindacato dei dipendenti pubblici contro il piano di austerità. Giovedi seguirà uno sciopero convocato dal sindacato comunista Pame e il 24 febbraio incroceranno le braccia i lavoratori del settore privato. La settimana scorsa la Borsa aveva chiuso con un bilancio fortemente negativo con perdite pari all'8,27% e l'Indice era sceso ben sotto la soglia critica dei 2000 punti, attestandosi a 1878.

Almeno 30 militari morti a causa di una valanga nel Kashmir
Almeno 30 militari indiani sarebbero sepolti sotto la valanga caduta oggi sulla base avanzata di Gujjar Hut, nel montagnoso Stato indiano del Kashmir. I cadaveri recuperati sono 17, le persone estratte vive dalla neve in vita sono 70, e dunque una trentina dovrebbero ancora essere sepolte. Nella zona è in corso una intensa nevicata che rende difficile il lavoro dei soccorritori. Sembra che fra le vittime ci sia un ufficiale dell'esercito e che la valanga sia caduta dalla vetta del Khilanmarg, montagna cara agli appassionati dello sci.

Attentato ad un convoglio ferroviario nello Stato di Orissa: nessuna vittima
Un commando maoista indiano ha fatto saltare oggi un tratto della linea ferroviaria nelle vicinanze di Rourkela (Stato centro-orientale di Orissa), causando il deragliamento di un treno merci e la paralisi dei trasporti fra Howrah e Mumbai. Lo scrive l'agenzia di stampa Pti. L'incidente, che avviene nel secondo giorno di uno sciopero di 72 ore decretato dai maoisti (denominati anche naxaliti), in segno di protesta per una possibile offensiva dell'esercito indiano nella zona, è stato confermato dal capostazione di Rourkela, S.K. Panda. I media indiani sostengono che lo sciopero per protestare contro l'operazione dell'esercito denominata "Caccia verde", indetto dai naxaliti con scarsi risultati negli Stati di Bihar, Jharkhand, Orissa, West Bengala e Chhattisgarh, terminerà domani.

Spettacolare lancio dello shuttle Endeavour
Lo shuttle Endeavour è in viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) portando i due grandi moduli che la completeranno per la parte europea. La missione, chiamata Sts-130, apre una nuova pagina nella storia della stazione orbitale: completata la costruzione, adesso si tratta di utilizzarla per i prossimi 10 anni e probabilmente oltre. Dopo il rinvio imposto ieri da uno spesso strato di nuvole, oggi lo shuttle Endeavour ha dato spettacolo: l'ultimo lancio notturno della navetta americana (i quattro che mancano avverranno di giorno) ha illuminato il cielo e la lunga scia luminosa è stata imponente. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza) 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 39
 
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