Haiti: nuovi sforzi per superare le difficoltà nella distribuzione degli aiuti internazionali
Continuano gli sforzi ad Haiti per risolvere i problemi nella distribuzione dei generi
di conforto, riconosciuti anche dall’ex presidente americano Bill Clinton, giunto
nell'isola con l’incarico dell’Onu di coordinare gli aiuti internazionali. Il presidente
di Haiti René Préval ha chiamato la popolazione a dare prova di solidarietà, di pazienza
e disciplina di fronte alle lentezze della distribuzione di tende e di prodotti alimentari.
Inoltre è stato annunciato che l'esercito americano resterà ad Haiti “fino a quando
sarà utile”, secondo le parole del colonnello Gregory Kane, responsabile del Contingente
Usa nell'isola. “La componente militare, in virtù dell'esperienza, dovrebbe essere
presente per 45-50 giorni. Si tratta di una decisione politica che sarà presa dal
governo americano”, ha aggiunto il colonnello Kane. Gli Stati Uniti hanno inviato
ad Haiti circa 20 mila militari. Anche gli ambasciatori dell'Unione europea ad Haiti
hanno manifestato il loro sostegno alla popolazione dell’isola: hanno annunciato che
contribuiranno con più di 400 milioni di euro al programma di ricostruzione. I Paesi
del G7 hanno dichiarato che annulleranno il debito bilaterale di Haiti. E dall'Irlanda
arriva la tesimonianza di Colette Cunningham, una volontaria del Catholic Relief Services
(Crs) appena tornata a casa da Haiti: “Non ci sono parole per descrivere la devastazione
causata dal terremoto. In tutta la città ne sono evidenti i segni. C'è bisogno di
tutto – acqua, cibo, medicine, tende -. Ricchi e poveri hanno perso ogni cosa. La
gente canta inni di preghiera a Dio perché li salvi”. La sua testimonianza è stata
inviata all’agenzia Fides da suor Janet Fearns, responsabile delle comunicazioni di
Inghilterra e Galles delle Pontificie Opere Missionarie. (V.V.)