Ripensare il modello di sviluppo basato su profitto e individualismo: così il Papa
nell'udienza all'Acea
Ripensare il modello di sviluppo, basato soprattutto sul profitto e su una cultura
individualista, per rimettere al centro la persona e il bene comune: è l’invito rivolto
dal Papa, durante l’incontro, in Vaticano, con i dirigenti e il personale dell'Acea,
l’Azienda comunale energia e ambiente, che da poco ha concluso le celebrazioni per
i cento anni di fondazione. Benedetto XVI ha espresso la propria gratitudine al presidente
dell'Acea, Giancarlo Cremonesi, per il dono di un volume dedicato all’applicazione
al mondo dell’impresa dei principi della Caritas in veritate, edito dalla Libreria
Editrice Vaticana in collaborazione con l’Ucid, l’Unione cristiana imprenditori dirigenti,
nella collana “Imprenditori per il bene comune”. Presenti all'incontro anche i membri
del direttivo nazionale dell'Ucid e l’arcivescovo emerito di Palermo, cardinale Salvatore
De Giorgi, consulente ecclesiastico nazionale dell'associazione. Il servizio di Sergio
Centofanti:
Il Papa
rievoca il referendum del 20 settembre 1909, allorché i cittadini romani scelsero
che l’illuminazione pubblica e i trasporti collettivi fossero municipalizzati. Da
quel giorno – ha detto – l’Acea è cresciuta insieme a Roma per “garantire i servizi
essenziali a fasce sempre più estese di cittadini, in quartieri nuovi, spesso cresciuti
in maniera caotica e abusiva, in una città che cambiava e si espandeva a dismisura”.
La celebrazione del centenario – ha proseguito – “giunge al termine di un periodo
denso di difficoltà, caratterizzato da una grave crisi internazionale che ha portato
il mondo a ripensare un modello di sviluppo basato soprattutto sulla finanza e sul
profitto, per orientarsi a rimettere al centro dell’azione dell’uomo la sua capacità
di produrre, di innovare, di pensare e costruire il futuro”:
“Come
sottolineavo nell’Enciclica Caritas in veritate, è importante che cresca la consapevolezza
circa la necessità di una più ampia ‘responsabilità sociale’ dell’impresa, che spinga
a tenere nella giusta considerazione le attese e i bisogni dei lavoratori, dei clienti,
dei fornitori e dell’intera comunità, e ad avere una particolare attenzione verso
l’ambiente (cfr n. 40). In questo modo la produzione di beni e servizi non sarà legata
esclusivamente alla ricerca del profitto economico, ma anche alla promozione del bene
di tutti”.
Il Papa ha poi espresso il
proprio apprezzamento per l’impegno dell’Azienda nel tutelare l’ambiente attraverso
la gestione sostenibile delle risorse naturali, la riduzione dell’impatto ambientale
e il rispetto del creato:
“E’ però ugualmente
importante favorire un’ecologia umana, che sia in grado di rendere gli ambienti di
lavoro e le relazioni interpersonali degne dell’uomo. Vorrei, a questo proposito,
ribadire quanto ho affermato nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di
quest’anno, auspicando ‘l’adozione di un modello di sviluppo fondato sulla centralità
dell’essere umano, sulla promozione e condivisione del bene comune, sulla responsabilità,
sulla consapevolezza del necessario cambiamento degli stili di vita’ (n. 9)”. “Anche
a Roma, come in ogni grande Città – ha aggiunto Benedetto XVI - si avvertono gli effetti
di una cultura che esaspera il concetto di individuo”:
“Spesso
si vive chiusi in se stessi, ripiegati sui propri problemi, distratti dalle tante
preoccupazioni che affollano la mente e rendono l’uomo incapace di cogliere le semplici
gioie presenti nella vita di ciascuno. La custodia della creazione, compito affidato
dal Creatore all’umanità (cfr Gen 2,15), implica anche la custodia di quei sentimenti
di bontà, generosità, correttezza e onestà che Dio ha posto nel cuore di ogni essere
umano, creato a sua ‘immagine e somiglianza’ (cfr Gen 1,26)”. Il
Papa invita a guardare a “Cristo, l’uomo perfetto, a prendere sempre come esempio
il suo agire, per poter crescere in umanità, e così realizzare una Città dal volto
sempre più umano, nella quale ognuno è considerato persona, essere spirituale in relazione
con gli altri”.
Infine, Benedetto XVI ha manifestato
due apprezzamenti all’Acea: per il progetto di collaborazione con la Fondazione Giovanni
Paolo II per il Sahel, che si propone l’obiettivo di rispondere all’urgenza di acqua
e di energia in alcuni Paesi in via di sviluppo; e per l’illuminazione dei monumenti
che rendono Roma unica al mondo. In particolare ha ricordato per quanto fatto per
l’80.mo anniversario della fondazione dello Stato della Città del Vaticano:
“Anche
numerose Chiese, ad iniziare dalla Basilica di San Pietro, sono valorizzate da sapienti
giochi di luce che mettono in risalto quanto l’uomo ha saputo realizzare per manifestare
la propria fede in Cristo, ‘la luce vera, quella che illumina ogni uomo’ (Gv 1, 9)”.