Obama: accordo Londra-Belfast, passo storico verso la pace
Dopo una maratona negoziale di 10 giorni, unionisti e repubblicani nord-irlandesi
hanno raggiunto un accordo che apre le porte al trasferimento delle competenze su
giustizia e polizia da Londra a Belfast il prossimo 12 aprile. Soddisfazione è stata
espressa dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha parlato di “passo
storico verso la pace”. Un giudizio, questo, che vede concorde tutta la comunità internazionale
e che dimostra i grandi passi avanti fatti verso la pace e la prosperità per tutte
le comunità nordirlandesi. Sulla portata di questo accordo, Salvatore Sabatino
ha intervistato la collega Raffaella Menichini, esperta di Irlanda del Nord
del quotidiano “La Repubblica”:
R. – Sicuramente
evita il tracollo delle istituzioni così faticosamente messe in piedi con l’aiuto
di Londra, Dublino ed anche degli Stati Uniti nelle province dell’Irlanda del Nord.
Il rischio era che si rimettesse in discussione tutto l’impianto istituzionale – che
è molto farraginoso – della divisione dei poteri in Irlanda del Nord e questo sicuramente
avrebbe anche riavviato la violenza, che è latente.
D. – Questo accordo
giunge dopo un processo di pace durato ben 12 anni. Quali sono stati gli elementi
che hanno fatto allungare così tanto i tempi?
R.
– Questi due ultimi punti – la giustizia e la polizia – sono quelli su cui c’era ancora
molta diffidenza fra le due comunità. I repubblicani da una parte vedono la polizia
ancora come uno strumento nelle mani degli unionisti e di Londra e quindi ritengono
di non essere abbastanza rappresentati. C’è una diffidenza secolare sul controllo
dell’ordine nella provincia, qui la gente è stata armata fino a dieci anni fa. E così
è anche sulla gestione della giustizia. C’è, poi, da sottolineare che non è detto
che quest’accordo vada in porto, ci sono ancora dei punti molto controversi: chi dovrà
fare il ministro della Giustizia, quali saranno le sue competenze? La questione in
assoluto più delicata è quella delle parate orangiste, che non a caso è uno dei punti
salienti dell’accordo siglato.
D. – Il premier Gordon
Brown ha promesso 800 milioni di sterline per agevolare la transizione. La Clinton
ha espresso la sua soddisfazione…
R. – Gli investimenti
esteri sono sicuramente cruciali. Fa riflettere che Hillary Clinton, dopo suo marito
Bill, sia di nuovo così protagonista sulla scena dell’Irlanda del Nord. I Clinton
per gli irlandesi sono un mito e quando lei entra in campo, quando la famiglia Clinton
entra in campo, le cose sembrano evolvere improvvisamente. Avvenne così anche 12 anni
fa ed è così con Hillary Clinton segretario di Stato. Lei ha promesso una conferenza
di investitori stranieri entro l’anno, la creazione di posti di lavoro, un intervento
per agevolare la fine della crisi economica, che colpisce l’Irlanda del Nord così
come sta colpendo duramente la Gran Bretagna, la Repubblica Irlandese e il resto d’Europa.
Questo può sicuramente creare le condizioni per un allentamento della tensione sociale
come avviene dappertutto, qui peggiorata dalle diffidenze intercomunitarie di cui
si parlava prima.