2010-02-05 20:01:38

“Il corpo delle donne”, documentario sull’immagine femminile in Tv, abusata, manipolata e mortificata


“Il corpo delle donne”, un documentario diffuso via Internet, che sta facendo il giro del mondo se ne è parlato anche alla Tv pubblica britannica e alla Radio australiana, disponibile oltre che in lingua italiana, in inglese, francese, spagnolo, portoghese, greco e russo. Il filmato di 25 minuti è dedicato ad un tema urgente, oggetto da molti anni di dibattito anche in sede europea: ovvero l’immagine delle donne sullo schermo televisivo. Un’immagine stereotipata secondo modelli preconfezionati, di cui la Tv italiana si è fatta veicolo privilegiato. Roberta Gisotti ha intervistato Lorella Zanardo, formatrice e docente di marketing per la Comunità europea, esperta di problematiche femminili, autrice del documentario. RealAudioMP3
 
D. – Da dove è partita la sua inchiesta sul corpo delle donne e a quali risultati è giunta?
 
R. – L’inchiesta è partita dall’aver guardato la televisione, nel senso che io per molto tempo ho vissuto all’estero e poi, per altrettanto tempo, non guardavo la televisione. Quando, per vari motivi, mi è capitato di guardarla avevo gli occhi neutri, vergini, che non si erano ancora assuefatti. E quando ho visto ho sentito l’urgenza di fare qualcosa. Ne ho parlato con due amici uomini, sensibili al problema, e insieme abbiamo deciso di fare velocemente qualcosa e abbiamo pensato quindi di usare l’audiovisivo, perché è il mezzo più veloce per arrivare ai giovani, che era il nostro obiettivo. La scelta della durata è stata affinché fosse non troppo lunga, perché i giovani si stancano e quindi abbiamo messo in rete questi 25 minuti (all’indirizzo www.ilcorpodelledonne.com) e dal 6 maggio 2009 ad oggi il sito è stato visto da un milione di persone.
 
D. – Che cosa emerge da questa inchiesta? Lei dimostra con il filmato, con le immagini, che le donne vere sono scomparse. Sono scomparsi anche i volti adulti, invecchiati delle donne …
 
R. – Sì, diciamo che abbiamo visto 400 ore d’intrattenimento televisivo. Per ora ci siamo limitati a questa indagine ed alcune cose ce le aspettavamo, come l’uso dei giovani corpi come oggetti. Meno invece sapevamo dell’uso delle donne come decorazioni, quello che io ho definito ‘grechine’, cioè donne a cui non è concesso parlare ma che vengono usate così come useremmo un vaso di fiori, appunto come decorazione. Non ci aspettavamo l’umiliazione: questa, per me, è stata inaspettata. Abbiamo trovato ed inserito nel documentario diverse immagini di violenza, di umiliazione: il presentatore che dà il microfono sulla testa della ragazza, il presentatore che dice a bruciapelo ad una ragazza del pubblico “le tette le hai lasciate a casa”, una ragazza appesa come un prosciutto in mezzo a dei prosciutti che viene marchiata sul sedere unto di olio. Queste immagini noi non ce le aspettavamo! Da ultimo, quello che emerge fortemente dalla nostra televisione è la scomparsa dei volti dai 38 ai 40 anni in su. Nella nostra televisione – ma questo è anche un problema mondiale, non solo italiano – non ci sono quasi più, sono in estinzione, i volti delle donne mature. Quindi, se io mostro solo donne di età adulta con il volto chirurgicamente modificato sto passando un messaggio molto forte a chi mi guarda da casa e creo anche fragilità in chi ha la stessa età delle donne che vede in televisione ma non vede e non sente di avere lo stesso tipo di aspetto.
 
D. – La negazione delle donne quali persone da rispettare avviene sotto lo sguardo di tutti e pochi reagiscono …
 
R. – Sì, pochi reagiscono perché è come se ci fosse sfuggita la situazione di mano. Questo noi lo riscontriamo anche oggi nel nostro blog e molti ci dicono, dopo aver visto il documentario: “io guardo la televisione da anni ma non mi ero mai accorto”. Questo è interessante: 25 anni di questa televisione - e dobbiamo ricordare non solo nelle reti private, ma anche nelle pubbliche - hanno creato un’assuefazione. L’altra ragione, che trovo altrettanto grave, è che chi se ne poteva occupare, chi poteva intervenire per far sì che la televisione non avesse questo strapotere che invece ha avuto negli ultimi 25 anni, non ha più visto la televisione. Questo punto mi sembra importante: nei dibattiti intervengono spesso molte persone di cultura ed anche colte che mi dicono “guardi, il problema non esiste perché basta spegnere la Tv”. Io voglio dire con molta fermezza che spegnere la Tv è un atto elitario, non credo che oggi noi - chi ha un occhio critico - ci possiamo permettere di spegnere la Tv. Dobbiamo invece guardare la Tv ed offrire il nostro sguardo a chi invece la Tv la guarda, perché non ha imparato ad avere alternative alla Tv.







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