Presentata la Lettera di aggiornamento per la Settimana sociale dei cattolici italiani
Una Lettera di aggiornamento sul cammino percorso finora in preparazione della 46.ma
Settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà a Reggio Calabria dal 14 al
17 ottobre prossimo. E’ quanto presentato oggi dal Comitato organizzatore dell’evento
promosso dalla Cei sul tema: “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza
per il futuro del Paese”. Nell’aprile 2009 un simbolico “biglietto d’invito” richiamava
le realtà ecclesiali e d’ispirazione cristiana nazionale a elaborare un percorso
condiviso in vista di ottobre, facendo emergere i temi su cui discutere e su cui impegnarsi
per contribuire alla realizzazione del bene comune.”Un po’ di strada è stata fatta”,
dice Edoardo Patriarca, segretario del Comitato Scientifico e organizzativo,
al microfono di Gabriella Ceraso:
R. – Abbiamo
incontrato quasi tutte le realtà associative e i movimenti, tutti i consigli nazionali,
quasi 15-20 incontri. Abbiamo coinvolto ormai una trentina di diocesi, abbiamo avviato
quasi una decina di seminari di approfondimenti monotematici ed una serie di audizioni
con esperti di alcuni settori, soprattutto l’economia, la famiglia e i temi che riguardano
la bioetica.
D. – Quali sono i problemi principali
emersi finora e quali sono i soggetti sociali attivi e pronti a risolvere questi problemi?
R.
– I filoni su cui ci si sta concentrando sempre di più sono sostanzialmente cinque:
il tema del lavoro ma soprattutto la possibilità, in questo Paese, di fare impresa,
d’intraprendere, poi il tema dell’immigrazione e quindi l’integrazione e l’accoglienza,
il tema dell’emergenza educativa e in particolare il ruolo che hanno i genitori e
gli insegnanti in questo recupero della speranza educativa, il tema delle riforme
istituzionali ed infine questo tema della mobilità, cioè il fatto che questo Paese
risulta bloccato per i ragazzi e per i giovani e quindi la possibilità per loro, una
volta acquisite competenze e titoli, di poter svolgere finalmente la propria vocazione
lavorativa. I soggetti sono tanti. Noi abbiamo scoperto che la comunità cristiana,
che a volte viene raccontata malamente a livello nazionale, sui territori è davvero
piena di risorse. Noi siamo rimasti davvero stupiti: tante associazioni, tante famiglie,
tante imprese e anche istituzioni. I soggetti sono tanti e noi vorremmo convocarli
tutti a Reggio Calabria.
D. – In questo arco di tempo
è stata pubblicata anche la “Caritas in veritate”. Quale input vi ha dato nel lavoro
che si sta svolgendo e in prospettiva di quello che sarà poi l’appuntamento di ottobre?
R.
– Direi di non disgiungere l’etica della vita dall’etica sociale. A me piace ribadire
anche quest’invito che ha fatto il Papa al “pensiero nuovo”, alle cose nuove, ad indagare
di più. Ha parlato di un pensiero un po’ più lungo. Noi quest’appello lo stiamo raccogliendo
offrendo un’agenda, dicendo a questo Paese che una visione si può costruire insieme”.
D.
– Che cosa aspettarsi dall’agenda? Voi metterete giù dei punti su cui poi ci si confronterà.
Che cosa ci si deve aspettare?
R. – Sui cinque ambiti
su cui abbiamo percepito grande attenzione pensiamo ed immaginiamo dieci “punte di
cono” – li chiamiamo così -, dieci interruttori da cui partire per innescare un processo
virtuoso e di mobilitazione delle coscienze. Ci aspettiamo quindi che dopo Reggio
Calabria questi punti molto specifici ed anche un po’ aggressivi, sanamente rudi che
proporremo, possano provocare questa mobilitazione di risorse e di energie nel territorio
e proseguire quindi la riflessione anche nei mesi successivi. Ci piace dire che per
noi la Settimana sociale di Reggio Calabria sarà quella dopo, non sarà quella che
faremo lì. Ci misureremo sulla capacità che ha avuto di riprendere in mano un impegno,
una passione per il civile, una passione ad intraprendere, una passione per il bene
comune.