2010-02-05 16:31:17

Il cardinale Bagnasco presiede la Messa nel 42.mo anniversario della Comunità di Sant’Egidio


“E’ dal cuore infuocato di Cristo che fluisce la fiamma di ogni autentica prossimità ai sofferenti e ai poveri”. E’ uno dei passaggi centrali dell’omelia pronunciata ieri sera dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma in occasione del 42.mo anniversario della fondazione della comunità di Sant’Egidio. Ricordando il “cambiamento” del ’68, il porporato ha evidenziato come allora quella “magica parola d’ordine” venne declinata da Sant’Egidio secondo una prospettiva nuova. “La comunità è sorta – ha affermato - ricordando ciò che la Chiesa ha sempre predicato e cioè che il vero cambiamento nasce dal cuore, e solo da qui s’irradia e informa rapporti, strutture, società”. Proprio l’incontro con Cristo favorisce la vicinanza a chi ha bisogno; “è al fuoco dello Spirito – ha proseguito il cardinale Bagnasco - che si alimenta e si sviluppa la ‘fantasia della carità’ che prende corpo nelle molteplici forme di servizio, dagli anziani ai senza fissa dimora, dagli zingari ai disabili, dai bambini di strada ai carcerati e ai malati”. Il presidente dei vescovi dicendosi “testimone ammirato” del servizio della comunità ha aggiunto che “l’unica fonte possibile ed efficace della fedeltà al povero è Dio: è Dio che, nella sua radicale vicinanza agli uomini, mostra la sua assoluta fedeltà, fedeltà che resiste al logorio del tempo e non si abbatte di fronte alle risposte alterne dell’uomo”. “Se la carità – ha poi proseguito - è una forma dell’annuncio del Vangelo, Gesù è la sorgente di ogni opera buona e sta all’origine di ogni efficacia”. Un concetto evidenziato anche dal presidente della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi che ha ricordato come l’anniversario sia “la festa dei deboli, degli immigrati, delle persone in difficoltà, degli anziani soli che hanno trovato in Sant'Egidio il calore di una famiglia e il sostegno di un'amicizia fedele”. Una famiglia composta da oltre 50 mila membri sparsi in 70 Paesi del mondo ed impegnati in programmi specifici per la cura dell’Aids ma anche in scuole di lingua per gli immigrati, centri per portatori di handicap, per anziani, ambulatori medici e strutture per persone con disagio psichico.(B.C.)







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