2010-02-04 15:07:14

Un’altra chiesa saccheggiata nello Stato indiano di Karnataka


Continuano gli attacchi contro i cristiani nello stato del Karnataka. Questa notte intorno alle due un gruppo di ignoti ha fatto irruzione nella chiesa di S. Mattia a Malavalli (distretto di Mandya). Secondo fonti locali riprese dall'agenzia AsiaNews - i vandali hanno profanato il crocifisso, distrutto le statue all’interno della navata, infranto le finestre e rubato gli oggetti di valore. Nemmeno gli strumenti musicali sono stati risparmiati. “I vandali sono entrati nel pieno della notte scassinando la porta che dà sul presbiterio – afferma padre M Anthappa parroco della chiesa di S. Mattia – Essi hanno saccheggiato la chiesa, rubando il calice e l’ostensorio”. “I vandali – aggiunge - hanno anche rovistato nel tabernacolo rubando insieme alla pisside le ostie. E questo è quello che ha offeso di più i nostri sentimenti religiosi. Anche la corona della statua di S. Mattia è stata rubata”. Padre Anthappa invita però i fedeli a perdonare coloro che hanno compiuto questo atto e dice che pregherà Dio per la loro salvezza e conversione. Dall’inizio dell’anno questo è il sesto attacco a un edificio di culto in Karnataka. Lo scorso 25 gennaio due chiese sono state attaccate nelle diocesi di Karwar e Inkal. Nonostante sia ancora ignota l’identità dei vandali, i principali sospettati degli attacchi sono gli estremisti indù del Sri Rama Sene, partito nazionalista di estrema destra e del Bharatiya Janata Party (Bjp), che regge il governo dello stato del Karnataka. Lo scorso 1° dicembre la commissione di inchiesta (Justice B K Somashekara Enquiry Comission) che guida le indagini sugli attacchi contro i cristiani ha presentato un rapporto dove accusa la polizia e l’amministrazione distrettuale di coprire gli autori delle aggressioni. Il documento è di fatto una critica governo locale retto dai nazionalisti indù del Bjp, partito già accusato dei massacri contro i cristiani avvenuti nello stato dell’Orissa nel 2008. “Questo tipo di attacchi non sono semplici aggressioni alle minoranze – afferma Sajan K Gorge, presidente del Global Council of India – ma colpiscono il secolare tessuto della nostra società, i diritti umani, il diritto inalienabile alla libertà religiosa, diritto che è garantito dalla costituzione indiana”. (R.P.)







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